7 Giugno 2014

Gay Pride: a Roma si sfila per i diritti. Il sindaco Marino: “Presto le unioni civili”

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“Adesso fuori i diritti. 20esimo Roma Pride”: è lo striscione che apre il corteo del ventesimo Roma Pride, che sfila da piazza della Repubblica a via dei Fori Imperiali. Subito dietro lo striscione, per la prima volta nella storia del pride capitolino, il sindaco di Roma, Ignazio Marino, insieme a tutti (o quasi) i presidenti di municipio con le fasce di rappresentanza.

La locandina del "Gay Pride" di Roma (twitter.com)

La locandina del “Gay Pride” di Roma (twitter.com)

Si è creata subito una ressa di giornalisti, fotografi e telecamere all’arrivo del sindaco di Roma, Ignazio Marino, al Gay Pride di oggi. Appena si è messo la fascia tricolore Marino è stato accolto dall’applauso dei manifestanti. “Bravo sindaco”, gli hanno urlato e una manifestante ha detto: “E’ da vent’anni che non viene un sindaco”. Due manifestanti durante il suo giro per i carri gli hanno urlato “buffone” spiegando: “Sono 7 mesi che aspettiamo la delibera delle unioni civili al consiglio comunale”. Divertito e sorridente però il sindaco al quale i manifestanti in testa al corteo hanno anche cantato, parafrasando una famosa canzone, “Marino, Marino, Marino mi voglio al più presto sposar”.

“Io sto incalzando la politica italiana da molti anni su questo tema (le unioni civili, ndr) – ha spiegato il sindaco di Roma, Ignazio Marino – e credo che le mie idee siano molto chiare, l’amore deve fare premio su tutto e Roma deve essere guida orgogliosa della nostra Repubblica. Quindi, immediatamente dopo il voto del bilancio in Consiglio comunale, calendarizzeremo la delibera per istituire nella Capitale il registro delle unioni civili. Stiamo anche lavorando – ha aggiunto Marino – per capire se il Comune può riconoscere le unioni che sono state celebrate in altri Paesi europei. Questo non basta, dobbiamo spingere sul Parlamento affinché tutti abbiano gli stessi diritti, non diritti speciali per qualcuno ma gli stessi per tutti. Roma farà da apripista rispetto a molte altre città italiane”. “Quella di oggi – ha commentato infine – è una grande festa. Credo che questa piazza sia d’esempio per il nostro Paese. Tante persone che sulla base di un concetto, l’idea dell’amore e dell’affetto, manifestano con gioia e senza violenza. Queste manifestazioni servono per dimostrare che bisogna essere orgogliosi di sé stessi e – ha concluso – non bisogna avere nessun timore”.

Gli organizzatori del Roma Pride hanno portato poi, oggi pomeriggio in Piazza della Repubblica, un cartonato a grandezza naturale del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. “Abbiamo portato ironicamente Renzi al Pride perchè con il suo 40% dovrebbe lottare per i nostri diritti”. A parlare è il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo che aggiunge: “finora nonostante le promesse in campagna elettorale, non ha fatto ancora nulla. Ci auguriamo che, anche se non sarà presente fisicamente al Pride, Renzi cambi verso.

“Chiediamo al Governo in carica di non fare la danza del rinvio e a non giocare a rimpicciolire ciò che appartiene alla sacralità dei diritti”. Così il leader di Sel e governatore della Puglia, Nichi Vendola, giunto in piazza della Repubblica, insieme al suo compagno, per il Roma Pride. “Credo che – ha proseguito – sia il momento di rompere gli argini e far straripare la domanda di libertà che ha diritto di avere diritti. In Italia, bisogna liberarsi dalla cappa di oscurantismo e ipocrisia che in questi anni ci ha impedito di fare i conti con la modernità e la soggettività”. “L’Italia ascolti le storie e le voci del Pride. E’ tempo di pari diritti e pari dignita’ per tutte e tutti”, scrive invece su twitter il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

Udu e Rete Studenti Medi oggi insieme alle associazioni LGBTQ al ventesimo Gay Pride di Roma sono in piazza “per costruire insieme un nuovo cambiamento culturale partendo dai diritti”. Come Rete degli Studenti Medi e Unione degli Universitari, spiega in una nota Alberto Irone, portavoce della Rete degli Studenti Medi, “oggi saremo in piazza al Pride di Roma, in difesa dei diritti e contro le discriminazioni. Il progresso culturale del nostro Paese passa anche di qui, attraverso l’affermazione che siamo tutti uguali, che abbiamo tutti pari dignità, nel riconoscimento delle nostre diversità. Riteniamo sia un passo fondamentale anche per sconfiggere il bullismo omofobo dilagante nelle nostre scuole”.

“Nel ventesimo anniversario del primo Pride di Roma la Cgil è presente, ora come allora, a sostegno delle lotte per l’eguaglianza e la libertà, contro il pregiudizio e contro ogni forma di discriminazione nel mondo del lavoro, nella scuola e nella società”. Ad affermarlo è Vera Lamonica della Cgil Nazionale, aggiungendo che “concreti avanzamenti sul terreno dei diritti civili possono concorrere a far ripartire il Paese. C’e’ bisogno che le norme raccolgano quanto e’ oramai maturato nelle coscienze e nella quotidianità della vita”.

(agi.it)

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