18 Maggio 2014

India, svolta nazionalista con Modi: per il partito nazionalista indù è la vittoria più importante degli ultimi trent’anni

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Accolto come un eroe, il sorriso sulle labbra e il braccio sinistro alzato con le dita nel segno della vittoria, il futuro premier indiano, Narendra Modi, è arrivato a New Delhi, e ha cominciato una parata per le strade della capitale. La folla lo attendeva dalle prime ore dell’alba, in un clima chiassoso e festante.

Nerenda Modi, il nuovo premier indiano del partito nazionalista indù (indiawires.com)

Nerenda Modi, il nuovo premier indiano del partito nazionalista indù (indiawires.com)

Partito dal suo Stato, il Gujarat, Modi è giunto all’aeroporto di New Delhi poco prima delle 11 ora locale; e salito a bordo di un’auto e ha cominciato il suo bagno di folla per i festeggiamenti della straripante vittoria del suo partito, il Bharatiya Janata Party. Vestito con una giacca azzurra e la camicia, lungo il percorso il controverso leader ha tenuto aperta la portiera dell’auto e, in piedi sul predellino per farsi vedere, ha salutato a lungo la folla. Il premier del Gujarat, che non ha mai avuto un ufficio a New Delhi, e’ diretto al quartier generale del suo partito nella capitale e ha attraverso strade, contornate da suoi sostenitori. In quelle che sono state considerate come le più imponenti elezioni della storia, il partito nazionalista indù ha conseguito la vittoria più importante degli ultimi 30 anni.

L’India ha terminato ieri la sua maratona elettorale di 35 giorni e a tagliare il traguardo per primo è proprio il leader della destra Narendra Modi. La coalizione di centro destra guidata dal partito indu nazionalista del Bharatya Janata Party (Bjp) avrebbe conquistato il “magico numero” di 272 seggi necessario per formare una maggioranza alla Camera bassa o Lok Sabha. La destra indiana torna al potere dopo dieci anni di opposizione scalzando il rivale Congresso, lo storico partito guidato dall’italo indiana Sonia Gandhi e dal figlio Rahul. Per il Congresso e i suoi alleati si prevede una vera e propria batosta che era già stata anticipata dal mini test elettorale di dicembre in alcuni stati. Il partito dei Gandhi potrebbe scendere sotto la soglia dei cento parlamentari, che è un minimo storico per la famosa dinastia.

Narendra Modi, il leader che sbaraglia Ghandi: ex venditore té, raccoglie la voglia di cambiamento della classe industriale. Il leader della destra Narendra Modi è considerato come un ‘falco’ e un decisionista in materia di politica economica. Da 12 anni alla guida dello stato nord occidentale del Gujarat, il politico del partito Bharatya Janata Party (Bjp) ha puntato la sua campagna elettorale sulle sue capacità di garantire un governo efficiente e senza corruzione. Il suo è un successo personale basato sull’immagine di “uomo che si è fatto da sé” in contrasto con il rivale Rahul Gandhi, erede di quarta generazione della famosa dinastia che ha dominato la storia dell’India moderna. L’ex venditore di tè di Ahmedabad è stato però per diversi anni un “pariah” nel suo stesso partito a causa dei sospetti di complicità nei massacri di centinaia di mussulmani durante disordini scoppiati nel 2002 nel suo Stato. Le accuse non sono mai state provate, ma ancora oggi l’aspirante premier è sulla lista nera delle persone “non grate” negli Stati Uniti. Soltanto alla fine dello scorso anno, è riuscito a imporsi ai vertici del Bjp scalzando l’anziano leader Lal Krishna Advani, sostenitore di una visione dell’India come “patria degli indu” che nel 2009 era stata bocciata dagli elettori che hanno preferito il laico Congresso dell’italo indiana Sonia Gandhi.

(ansa.it)

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