16 Maggio 2014

Venezia, l’università “Ca’ Foscari” premia il ministro russo Medinsky. Scoppia il caso, protestano i docenti

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La prorettrice dell’Università di Venezia Silvia Burini è volata a Mosca per consegnare al ministro della Cultura russo il titolo “Ca’ Foscari Honorary Fellowship” che Vladimir Medinsky avrebbe invece dovuto ritirare in Italia lunedì, secondo quanto ha anticipato il sito del ministero russo.

(scuolaholden.it)

(scuolaholden.it)

La consegna del premio era stata cancellata “per improvvisi impegni istituzionali” di Medinsky, che in effetti solo pochi giorni prima era rimasto bloccato in Transnistria, dove si era recato in occasione della giornata della Vittoria sul nazismo, ma che a Venezia avrebbe potuto essere contestato nel quadro di una protesta molto forte in corso contro il titolo honoris causa.

Più di un centinaio di docenti e collaboratori dell’ateneo hanno infatti firmato in questi giorni una lettera aperta per protestare contro il conferimento dell’onorificenza al ministro russo, conferimento che pure era stato approvato, un po’ troppo frettolosamente e senza molte spiegazioni, all’unanimità sia dal dipartimento di filosofia e beni culturali che dal senato accademico, a fine marzo. Un gruppo di intellettuali russi si è associato alla protesta dei docenti italiani con un articolo pubblicato oggi sulla rivista online Colta.ru in cui si citano “alcune dichiarazioni di Medinsky che testimoniano il suo nazionalismo, la sua omofobia, e la semplice ignoranza”, oltre che il plagio contenuto nella sua tesi di dottorato.

“Che un’università intenda onorare solennemente l’artefice di una politica di questo tipo, tanto più in un momento politicamente così delicato ha dell’incredibile”, spiega all’Adnkronos Filippomaria Pontani, professore al dipartimento di studi umanistici di Ca’ Foscari, fra gli animatori della protesta, citando fra l’altro il licenziamento il mese scorso del direttore del padiglione russo della Biennale architettura di Venezia Grigory Revzin a opera del ministro. Ancora più incredibile, spiega, è la fretta con cui la prorettrice è volata a Mosca per consegnare il premio, “una cosa mai vista in ambito accademico”.

“La consegna del titolo da parte di un’università europea a una delle figure più odiose della politica culturale russa contemporanea recherà a tale istituzione universitaria un danno che non potrà essere compensato da alcun investimento finanziario o progetto promesso generosamente dai subordinati e dagli accoliti del ministro russo”, si legge sulla protesta pubblicata da Colta.ru.

(adnkronos.it)

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