27 Aprile 2014

Il “cubo di Rubik”, il giocattolo più diffuso della storia, compie 40 anni

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E’ stato un must negli anni ’80. E ora il “cubo di Rubik” compie 40 anni. Inventato dall’architetto e scultore Erno Rubik nel 1976, è diventato un must tra il 1980 e il 1981 e ha fatto impazzire intere schiere di fan in tutto il mondo. Perché si può torcere e rigirare in oltre 43 miliardi di miliardi di combinazioni, ma una sola è quella giusta.

Erno Rubik ed il suo "cubo" (picturesdotnews.wordpress.com)

Erno Rubik ed il suo “cubo” (picturesdotnews.wordpress.com)

Per festeggiare l’anniversario del “puzzle” più famoso del pianeta Paul Hoffman, presidente del Liberty Science Center di Jersey City, ha allestito una mostra, che apre oggi al pubblico nel capoluogo della Contea di Hudson, nel New Jersey. Hoffman è stato accompagnato per tutta la sua carriera dallo storico “cubo di Rubik”, quindi non ha badato a spese. L’esposizione è costata infatti 5 milioni di dollari ed è centrata su un cubo d’oro 18 carati del valore di 2,5 milioni di dollari. Una vera celebrazione. Anche se Erno Rubik, che oggi ha 69 anni, ha ammesso, in un’intervista al “New York Times”, che mai avrebbe immaginato “un successo così grande” per il suo cubo. Già perchè Rubik lo definisce ovviamente così: “My cube”.

“Mi suona strano chiamarlo il ‘cubo di Rubik’. Se avessi un bambino – ha spiegato – lo chiamerei ‘il mio bambino’ non ‘il bambino di Rubik'”. “Naturalmente, dopo 40 anni, ho un rapporto molto forte con il ‘mio cubo'” ha ammesso Erno. L’idea del cubo gli è venuta “come la soluzione ai problemi strutturali che assillano un professore di architettura, l’occupazione di Rubik nel 1974” ha ricordato il ‘NyTime’.

Il cubo di Rubik è stato il giocattolo più diffuso della storia, con circa 300 milioni di pezzi venduti. Nella mostra, a Jersey City sono esposte le versioni più disparate del “puzzle”, a partire da quella milionaria tutta d’oro a quella in legno ed elastici. Insomma complice l’anniversario il ‘cubo di Rubik’ ha riconquistato il posto sulle prime pagine dei media.

Lo stesso New York Time oggi ricorda un suo articolo del 1986 in cui ne decretava la morte: il cubo, scriveva ironicamente, “è andato in soffitta e, per la sua eleganza e ingegnosità, può finire nella collezione permanente del Museum of Modern Art”. Ma qualche anno più tardi è come risorto, grazie all’interesse di ingegneri e matematici che hanno cercato l’algoritmo per risolvere il gioco.

Uno dei capitoli più recenti che ha visto il “cubo di Rubik” nuovamente impazzare sui media è di poco più di un mese fa, quando è stato battuto il record mondiale di velocità nel risolvere il “rompicapo”. A riuscirci è stato un robot che ha impiegato poco più di 3 secondi, battendo il precedente primato, ottenuto anch’esso conquistato da un robot.

(adnkronos.it)

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