12 Marzo 2014

Crocetta: “Cambiamento storico per la Sicilia. Addio alle province”

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L’abolizione delle province “è una legge che fa la storia ed è solo l’inizio”. Lo ha detto il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, commentando l’approvazione della riforma che prevede l’abolizione delle nove province nell’isola e l’istituzione dei liberi consorzi e delle aree metropolitane.

Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia (urbanpost.it)

Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia (urbanpost.it)

“E’ una risposta seria al desiderio del cambiamento. Abbiamo cancellato una classe politica intermedia spesso rappresentata da chi vede la politica come carriera e non come servizio – dice incontrando i giornalisti a Palazzo d’Orlenas -. C’è certamente la necessità di enti intermedi. Ma solo a patto che non facciano le stesse cose degli altri enti. Abbiamo voluto difendere l’articolo 10 che stabilisce i binari entro cui devono muoversi i nuovi enti”. E ribadisce che “c’è stato anche qualcuno che voleva boicottare la riforma”, mentre “altri sono intervenuti nei due mesi di discussione in aula anche cinque o sei volte nella stessa seduta per dire le stesse identiche cose”.

“Questa legge – prosegue ancora Crocetta nel corso della conferenza stampa – permetterà di non avere più enti inutili che davano solo soldi alle feste patronali. Risparmieremo a regime circa 100 milioni di euro, mettendo in campo una delle più grandi riforme della storia siciliana. “La legge non nasce con l’obiettivo prioriotario della spending review – dice Crocetta – ma dalla volontà di dare uno spazio ai sindaci e agli enti locali. Dieci milioni li risparmieremo subito sugli organi, a regime il risparmio sarà di cento milioni di euro, è chiaro che non saranno risparmiati in poco tempo”. E l’assessore agli enti locali Patrizia Valenti ha aggiunto: “Dipende dalla velocità di accorpamento delle strutture aministrative – dice – il risparmio immediato sarà proprio sugli organi”.

Crocetta ha voluto ringraziare il Parlamento regionale “anche per la maggioranza ampia che ha votato a favore” e, sostenendo di volersi “togliere qualche sassolino”, ha sottolineato: “Berlusconi dice che la Sicilia è immobile, ma ricordo che Berlusconi dice da vent’anni che vuole abolire le province e non l’ha mai fatto. Invece in Sicilia, la prima volta che c’è un governo di centrosinistra abolisce le province, altro che immobilismo”. Infine, ironizzando sulle polemiche sollevate da alcuni deputati sulle sue comparse all’Arena di Giletti su Rai 1 – dove un anno fa è stata annunciata la riforma – ha detto: “Oggi lo chiamerò Giletti…”

Il voto è arrivato nella tarda serata di ieri dopo un pomeriggio infuocato. A favore si sono espressi 62 deputati regionali, 14 quelli contrari (Forza Italia, Lista Musumeci, Cantiere popolare) e due astenuti. Novità principale è la soppressione del voto diretto, infatti gli organismi del iberi consorzi saranno di secondo livello, cioé eletti non dal popolo ma dalle assemblee dei consorzi.

“L’idea dell’abolizione delle Province, come quella della riduzione dei costi della politica è entrata nel Palazzo assieme a noi. Prima, qui dentro e poi in ambito nazionale, certi temi erano tabù e mai avrebbero avuto diritto di cittadinanza nelle stanze del potere, dove finora si è sempre pensato alla coltivazione estensiva del proprio orticello”, hanno dichiarato i deputati siciliani del M5S. “Fare funzionare i nuovi enti è ora compito del governo che deve cominciare da subito a lavorare al disegno di legge che assegni loro le competenze – dicono – Non aspetti, com’è suo costume, l’ultimo minuto per mettersi al lavoro e dimostri una volta tanto di avere le idee chiare sul futuro, visto che l’andamento dei lavori ha dimostrato tutt’altro e che solo alcuni nostri importanti correttivi hanno permesso che da quest’aula non uscisse un aborto. Ci riferiamo, ad esempio, al referendum per l’adesione ai liberi consorzi e alla costituzione delle città metropolitane secondo la formulazione dell’articolo 7, che non escludesse tutto il territorio circostante dagli eventuali benefici che alle città metropolitane deriveranno dalla futura programmazione europea”.

Sul tema delle Province, il Movimento tiene a sottolineare come si sia concretizzato uno storico esempio di democrazia diretta. “A decidere – affermano i deputati – sono stati i cittadini, che abbiamo chiamato ad esprimersi tramite una votazione on line. Non ci pare che la vecchia politica abbia mai fatto qualcosa del genere”.

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