10 Marzo 2014

Disoccupazione alle stelle tra i neolaureati. Per chi lavora al massimo mille euro al mese

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Aumenta la disoccupazione fra i laureati rispetto all’anno passato. Tra quelli triennali, che non risultano iscritti a un altro corso di laurea, è cresciuta di quasi 4 punti percentuali, dal 23% al 26,5%. Ed è lievitata anche fra i laureati magistrali, anche se in misura più contenuta: dal 21% al 23%. Il tasso di disoccupazione cresce anche tra i laureati magistrali a ciclo unico, come i laureati in medicina, architettura, veterinaria, giurisprudenza: dal 21% al 25%.

(btboresette.com)

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E’ quanto emerge dal XVI Rapporto Almalaurea, presentato oggi a BolognaRispetto alla precedente rilevazione, tutti i tipi di laurea esaminati hanno registrato un ulteriore incremento della quota di disoccupati: di quasi 4 punti percentuali tra i triennali e i magistrali a ciclo unico (per entrambi +15 punti rispetto alla rilevazione 2008); +2 punti tra i magistrali (+12 punti negli ultimi quattro anni). I segni di frenata della capacità di assorbimento del mercato del lavoro si riscontrano, sia pure con qualche diversificazione, nella maggior parte dei percorsi disciplinari e per ogni tipo di laurea.

Fra i laureati del 2012, il tasso di occupazione, riferito alla sola popolazione che non risulta iscritta a un altro corso di laurea, a un anno è pari al 66%: 4 punti percentuali in meno rispetto ai colleghi magistrali (70%), ma 9 punti in più di quelli a ciclo unico (57%). I laureati a ciclo unico risultano penalizzati da questo tipo di confronto poiché figurano frequentemente impegnati in attività formative non retribuite. Il confronto con le precedenti rilevazioni a un anno conferma, per tutti i tipi di corso in esame e indipendentemente dalla condizione lavorativa al momento della laurea, una sensibile, ulteriore, frenata della capacità di assorbimento del mercato del lavoro.

La stabilità contrattuale riguarda, a 1 anno dal conseguimento del diploma, il 41% tra i triennali e il 35% tra i magistrali e tra i colleghi a ciclo unico. Negli ultimi cinque anni, si è associato un aumento dei lavori non regolamentati da alcun contratto di lavoro (circa più 5 punti per ogni tipo di corso di laurea). Il lavoro nero nel 2013 riguarda l’8% dei laureati di primo livello; il 9% per i magistrali, e il 13% per quelli a ciclo unico.

Le retribuzioni a un anno scendono ulteriormente rispetto alla rilevazione precedente. Complessivamente, si attesta attorno ai 1.000 euro netti mensili: 1.003 per il primo livello, 1.038 per i magistrali, 970 per i magistrali a ciclo unico. Rispetto alla precedente rilevazione, le retribuzioni reali risultano in calo, con una contrazione pari al 5% tra i triennali, al 3% fra i magistrali biennali e al 6% fra i colleghi a ciclo unico. Se si estende il confronto temporale all’ultimo quinquennio (2008-2013), si evidenzia che le retribuzioni reali sono diminuite, per tutte e tre le lauree considerate, del 20% circa.

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