4 Marzo 2014

Prime speranze per combattere la Sla, scoperto un farmaco “rivoluzionario”

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Potrebbe significare la svolta per chi è affetto da Sla (sclerosi laterale amiotrofica) o morbo di Gehrig. Trovato un farmaco sperimentale, usato contro l’ictus, che potrebbe rallentare la malattia.

Stefano Borgonovo, affetto da Sla ed ex giocatore del Genoa, si è spento lo scorso giugno (calcio.fanpage.it)

Stefano Borgonovo, affetto da Sla ed ex giocatore di calcio, si è spento lo scorso giugno (calcio.fanpage.it)

A stabilirlo è una ricerca del Zilkha Neurogenetic Institute dell’Università della California pubblicata su ‘Pnas’. La Sla, o morbo di Gehrig, dal nome del giocatore statunitense di baseball che fu la prima vittima accertata di questa patologia (morto nel 1941 a 38 anni), determina una perdita dei motoneuroni spinali, bulbari e corticali, con conseguente compromissione delle funzioni motorie. L’incidenza di questa tipologia di sclerosi è di circa 1,5-2 casi l’anno ogni 100 mila persone.

Negli ultimi anni c’è stato un aumento di frequenza in alcuni sport, ad esempio il calcio e il football americano, ma non è stato ancora chiarito il motivo di questo fenomeno. I ricercatori hanno trovato, nei topi, che il danno vascolare degli animali affetti da Sla contribuisce allo sviluppo precoce della malattia neurodegenerativa, mentre un intervento farmacologico può ritardare i danni.

“Sia le persone che i roditori transgenici affetti da questa malattia sviluppano spontaneamente un problema alla barriera ematospinale (la cui funzione è quella di proteggere il tessuto cerebrale dagli elementi nocivi presenti nel sangue) – spiega Berislav Zlokovic, autore del lavoro – ma non sappiamo come queste lesioni microscopiche influenzino lo sviluppo della malattia”.

“In questo studio – aggiunge lo scienziato – siamo riusciti a dimostrare che, ripristinando l’integrità della barriera, si può ritardare la degenerazione dei motoneuroni. Un farmaco sperimentale, attualmente allo studio sui pazienti colpiti da ictus, sembra proteggere nei topi l’integrità della barriera e ritardarne la compromissione e la degenerazione”. Il farmaco, 3K3A – APC , è stato sviluppato da una ‘start-up’ biotecnologica creata da Zlokovic, la ‘ZZ Biotech’.

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