22 Febbraio 2014

Italia, la pubblica amministrazione grava troppo sulle imprese: “Più riforme”

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Nei rapporti con le imprese la nostra Pubblica amministrazione (Pa) è la meno efficiente tra i 17 Paesi dell’area dell’euro, con un ‘costo’ per le aziende di quasi 31 miliardi di euro l’anno. Solo Grecia e Malta ottengono un risultato peggiore del nostro: tutti gli altri Stati garantiscono dei servizi alle proprie imprese nettamente superiori a quelli offerti dalla nostra Pa. 

(ilgiornaledelmolise.it)

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E’ la classifica che emerge da uno studio dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha analizzato una dozzina di indicatori da cui emerge come la Finlandia sia il paese più favorevole alle imprese, seguito da Irlanda e Germania. L’Italia, invece, si colloca al 15° posto a livello Ue, mentre nella graduatoria mondiale ci posizioniamo al 65° posto.

La Cgia ricorda che a causa del cattivo funzionamento della nostra macchina pubblica e per l’eccessivo peso della burocrazia, l’Italia è in coda alla classifica europea per quanto riguarda gli investimenti diretti esteri (Ide). Solo la Grecia è meno ‘attaente’ per gli investitori stranieri, che non vengono da noi – ricorda la Cgia – perché, ad esempio, la giustizia funziona poco e male, perché il deficit infrastrutturale è drammatico, perché la presenza in alcune aree del Paese della criminalità organizzata ha toccato livelli preoccupanti, ma soprattutto perché i tempi di pagamento della nostra Pa sono i peggiori d’Europa.

Come spiega il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi “al sistema delle piccole e medie imprese, che costituisce il 99,9% del totale delle aziende presenti in Italia, la burocrazia costa, in termini assoluti, quasi 31 miliardi di euro all’anno” con un costo per ciascuna di queste Pmi stimato “in media a circa 7.000 euro”. “Tali costi – aggiunge – penalizzano di più le piccolissime imprese”: infatti, “il 74% degli artigiani e dei commercianti lavora da solo: pertanto, la gestione degli adempimenti burocratici viene svolta direttamente dal piccolo imprenditore, che, in alternativa, si deve rivolgere ad un libero professionista o ad una Associazione”. “Sia chiaro – conclude Bortolussi – parte della burocrazia è ineliminabile, utile ed indispensabile, tuttavia è necessario avviare una riforma della nostra Pubblica amministrazione per renderla più snella, più efficiente e meno costosa”.

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