26 Settembre 2013

Daniele Luchetti, il Lungotevere e la poesia del Set

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“Rallentamento alle 7,45 sul lungotevere. Stavolta è una carovana del cinema che fa manovra, un set in arrivo. La gente maledice, urla: “andate a lavorà”. Io invece non urlo, non maledico, cerco tra quelle persone che apre i camion, scaricando abiti e stativi, qualcuno che conosco. Non manca mai un cenno, un sorriso da lontano. In quel villaggio c’è di tutto.

Il regista Daniele Luchetti con gli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia (ufficiostampacsc.it)

Il regista Daniele Luchetti con gli studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia (ufficiostampacsc.it)

Tra le ragazze piccoline che si sbracciano, facendo volteggiare braccialetti e pacchetti di sigarette da 10 per indicare il parcheggio a camion enormi, tra le sarte che stirano sul marciapiede del lungotevere Ripa come se fosse casa loro, tra gente che sintonizza radio, stampa scene, prepara caffè, c’è la più sorprendente umanità che io conosca. Non tanto perchè il nostro lavoro è – come molti dicono – il più bello del mondo: ci sono lavori più indispensabil, che decidono della vita e della morte delle persone.

Ma è che tra quei due estremi che sono l’anarchia entropica di alcuni set, o l’organizzato plotone di una troupe militarizzata, c’è una umanità meravigliosa. Tutti coalizzati per difendere il sogno di una persona sola – il regista – o la fragilità nuda degli attori. Lavorando con accappatoi, tagliando peli del naso, coprendo occhiaie e insegne dei negozi, nutrendo animali di scena, dipingendo muri, spostando divani, convincendo gli indecisi, dissetando gli accaldati, sfamando quelli a dieta, visitando gli infermi, supplicando i vigili, spostando i curiosi, trattando per amori in avvio o separazioni in corso, trascurando visite mediche o traslochi, tra scambi di antibiotici, Oki, pomate per gli strappi muscolari e Prozac, En, Oscillococcinum e lenti a contatto, tra scatoloni e cavi pesanti come il piombo, stanno lavorando come un organismo pazzo ad un altro organismo ordinato: una storia.

Zingari e zingare, in missione per conto dei fratelli Lumière, santi protettori del fotogramma, illusi a fin di bene: che quel pezzo di vita non finirà mai, che quelle settimane davanti a loro saranno infinite, che non ritroveranno più case, famiglie, amori, la strada di casa.

E invece, dopo qualche settimana, invece che in vacanza sono orfani, disoccupati che si aggirano alla ricerca di una nuova avventura. Coloro che sembravano indispensabili ogni mattina stanno invece sfumando. Difficile ricordare esattamente chi c’era in quel film che t’era sembrato sempre il più difficile, il più caotico, il più affratellato.

Uno scatto del set di "Anni Felici" (foto di Emanuele Scarpa - static.screenweek.it)

Uno scatto del set di “Anni Felici” (foto di Emanuele Scarpa – static.screenweek.it)

E quando il film esce, ti domandi se davvero c’eri anche tu lì dentro. Vai a vedere se sei nei titoli di testa o di coda, se è venuto meglio o peggio di come pensavi, e se quella pettinatura ha resistito, se quella scena difficile è stata tagliata o no, se è valsa la pena rischiare la pelle su una autostrada, su una barca che affonda, o perdere il sonno per la causa invece di pensare alla vita.

Una volta incontrai Bernardo Bertolucci, avevo appena terminato il mio primo piccolissimo film, e lui addirittura “L’Ultimo Imperatore”. Io ero morto, per dieci settimane di riprese in Maremma, e lui fresco come una rosa, dopo due anni di avventure rocambolesche in Cina. Come fai? Gli ho chiesto. E lui: “non devi pensare di essere strappato alla vita, quando fai un film. Quella E’ la tua vita”.

Voglio qui dire grazie a tutte le ragazze e tutti i ragazzi, da 0 ai 100 anni, che ancora si dannano per difendere questo mestiere. Che hanno appena cominciato, o che lo fanno da tanto tempo, da prima dell’avvento del digitale. Quando non si sapeva che il materiale di consumo più rilevante un giorno non sarebbe più stata la pellicola, ma le cialde del caffè e le bottigliette da mezzo litro.

Grazie alle vostre generosità, alla vostra passione, che possa ripercuotersi sulle vostre vite randagie, e renderle belle e perfette, come riuscite ogni giorno a rendere perfetta anche la giornata di set più incasinata con la vostra generosità, con la vostra passione, con il vostro amore per i film.”

Daniele Luchetti

Il trailer del nuovo film di Daniele Luchetti, in uscita nelle sale il 3 ottobre 2013.

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