14 Aprile 2017

“Basta ai teatrini durante i soccorsi, ognuno rispetti il proprio ruolo”

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E’ un duro comunicato stampa quello inviato stamane da alcune sigle sindacali dei Vigili del Fuoco, che denunciano quello che è accaduto a Maccagno con Pino e Veddasca, dove imputano al Soccorso Alpino alcune delicate questioni in riferimento ai soccorritori. La missiva, firmata dalla FNS CISL VVF, Massimo Isgrò, dalla CGIL VVF, Marco Franzetti, dalla UIL PA VVF, Rosario Galizia, dalla CONAPO, Michele De Filippis, e dalla USB VVF, Fabio Molteni, è stata inviata al Prefetto di Varese, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Varese, al Direttore Regionale Vigili del Fuoco della Lombardia e al Comandante Provinciale, e, infine, anche alle Segreterie Regionali Sindacali e alle Segreterie di Partito. Ecco il testo.

“Basta ai teatrini durante i soccorsi, ognuno rispetti il proprio ruolo”. “Nella giornata di martedì 11 aprile, i Vigili del Fuoco sono stati attivati per intervento di “ricerca a persona” nel comune di Maccagno con Pino e Veddasca. Una coppia di coniugi risultava irreperibile dalla sera precedente. Come di consueto tutti gli enti preposti alla ricerca si sono recati sul luogo e, coordinandosi la sala operativa mobile dei vigili del fuoco, hanno iniziato le ricerche. Quest’ultime si sono concentrate in un’area boschiva sottostante l’abitazione delle due persone scomparse.Nella tarda mattinata una squadra dei Vigili del Fuoco ha individuato l’uomo; la persona si trovava in una zona boschiva nei pressi di un sentiero a circa cinquecento metri dalla propria dimora. A quel punto il personale VVF ne comunicava il ritrovamento alla sala operativa mobile e veniva fatta richiesta di supporto del personale sanitario. L’uomo risultava in leggero stato confusionale, ma in condizioni generali soddisfacenti; affaticato dalla notte all’addiaccio riferiva di essere stanco. Gli operatori VVF predisponevano una barella per il recupero, in attesa del personale dell’ambulanza.

A quel punto giungevano sul posto i Volontari del Soccorso Alpino, allo staff della Croce Rossa. Tra grida e premura (a quel punto del tutto ingiustificate, poiché la persona era in sicurezza) i Volontari CNSAS non hanno nemmeno fatto avvicinare il personale sanitario al malcapitato, volendo essi stessi effettuare autonomamente il recupero. In contemporanea il loro coordinatore correva nel sentiero tra i boschi, iniziava la ricerca della donna senza interfacciarsi con nessuno e senza per altro riuscire nell’intento.

Le operazioni sono proseguite per alcune ore. Nel pomeriggio, intorno alle 15, una squadra di vigili del fuoco individuava anche la donna e immediatamente comunicava alla sala operativa mobile il ritrovamento e le coordinate del luogo. Sul posto veniva inviato il personale S.A.F. (Speleo Alpino Fluviale) e l’elicottero VVF. Dall’aeromobile veniva ‘vericellato’ un operatore che raggiungeva la malcapitata al fine di valutare le condizioni per il recupero. Anche in questo caso il personale del Soccorso Alpino, di propria iniziativa, partiva a tutta velocità dal campo base per tentare di ‘accaparrarsi’ il recupero della persona dispersa, tra l’altro senza lasciare alcun operatore di interfaccia. Nel frattempo i Carabinieri presenti in loco, in accordo col coordinamento dei soccorsi e il personale che stava già operando sulla donna, concordavano con la sala operativa del 118 il recupero della persona tramite l’utilizzo dell’elicottero VVF già presente sulla scena. Di conseguenza l’ambulanza, che sino a quel momento stazionava nei pressi dell’abitazione (in frazione montana), si predisponeva a valle nei pressi della zona di atterraggio al fine di far salire a bordo la donna non appena effettuato il recupero. Dopo alcuni minuti, sul luogo del ritrovamento, giungevano i Volontari del Soccorso Alpino che, contro ogni buon senso, prendevano il sopravvento sulla scena, paventando non precisate condizioni sanitarie della paziente. Gli stessi pretendevano così di gestire il recupero.

Al fine di velocizzare le operazioni, gli specialisti SAF dei Vigili del Fuoco collaboravano con i volontari del CNSAS. Segnalando agli stessi quanto era già stato predisposto e concordato con la sala operativa del soccorso sanitario, informandoli che un mezzo aereo era già pronto al recupero e che lo stesso sarebbe stato effettuato di li a pochi minuti. Pur richiedendo la loro collaborazione, per l’ennesima volta su di uno scenario interventistico di soccorso iniziava a regnare il caos, poiché incuranti delle dinamiche e delle competenze, i volontari del soccorso alpino (pur di accaparrarsi la scena primaria), da prima temporeggiavano, poi richiedevano l’intervento dell’eliambulanza senza interloquire con il personale già presente in loco e l’unità di crisi che stava già coordinando le operazioni. Scoprivamo successivamente, attraverso le marche (targa) delle eliambulanze, che l’elicottero di stanza a Como era già impegnato su un altro intervento nel comune di Casorate Sempione (VA) a seguito di un incidente nel quale una persona era stata investita da un’auto e che presumibilmente l’unico velivolo disponibile sarebbe arrivato dalla base di Milano.

Il personale del CNSAS asseriva, contro il giudizio dell’elisoccorritore VVF presente sul posto, che la zona del recupero non era idonea e di conseguenza avrebbero provveduto a spostare la persona in una zona più agevole. Questo spostamento, a nostro giudizio, è stato motivato solo esclusivamente dal fatto che gli stessi dovevano diluire le tempistiche di intervento, al fine, di permettere l’arrivo dell’elicottero da Milano. Il recupero avveniva con un ritardo di circa un’ora e mezza, con uno spostamento di centinaia di metri della persona, la quale a quel punto risultava in una posizione dove non era più necessario il mezzo aereo per il recupero, ma sarebbe bastata una comunissima autoambulanza. Da fonti sanitarie la donna è giunta all’ospedale del Circolo di Varese in discrete condizioni di salute. La domanda che tutti ci poniamo è: ‘se la preparazione dal punto di vista sanitario del personale CNSAS sia così completa, come mai è stata richiesta un’eliambulanza inutilmente?’.

A nostro giudizio, questo comportamento, oltre che ingiustificato e lesivo, ha causato un ritardo nei soccorsi, ha tenuto impegnato inutilmente un elicottero dei vigili del fuoco con personale elisoccorritore, ha lasciata l’intera area di Milano senza la copertura di un’eliambulanza (con un danno erariale di decine di migliaia di euro) e generato la solita confusione di ruoli tra i soccorritori.

Non è la prima volta che assistiamo a questi teatrini; se fino ad oggi da Professionisti abbiamo optato per il dialogo e la collaborazione, ora ci siamo stancati, perché tali comportamenti scellerati, oltre che un costo per la collettività, rischiano di mettere a repentaglio sia l’incolumità della cittadinanza sia degli stessi soccorritori. Il nostro compito è operare al meglio, addestrandoci costantemente, e non amiamo le manie di protagonismo che contagiano altre realtà. E’ per questo motivo che non siamo più disposti a tacere riguardo l’arroganza di un gruppo di volontari ‘fuori controllo’, che arrogandosi il diritto di fare il bello e cattivo tempo sulla pelle delle persone, non sottoscrive con gli altri Enti preposti, un protocollo di intesa per definire una volta per tutte le procedure che potrebbero migliorare simili situazioni.

Ci rivolgiamo alle autorità in epigrafe affinchè si metta un freno a questa situazione e ci sia il rispetto dei propri ruoli, prima che sia la collettività a farne le spese. Pronti a ricevere l’ennesima risposta evasiva, che motiverà l’immotivabile, faremo il possibile per tutelare la cittadinanza che abbiamo giurato di proteggere e difendere la nostra professionalità che viene frequentemente lesa da simili comportamenti.

Si precisa che il coordinamento delle operazioni di ricerca persona spetta al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Tale attribuzione non solo viene normata in tutta Italia da leggi dello Stato, ma in provincia di Varese è anche ulteriormente sancita da un protocollo di intesa siglato in prefettura, dove tutti gli enti Vigili del Fuoco, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Croce Rossa ed altri, hanno concordato le modalità di intervento. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha compiti di Polizia Giudiziaria e tale attribuzione non è stata data ai vari gruppi di volontari operanti sul territorio.

Si precisa che i vigili del fuoco sono formati al soccorso medico; anzi, per circolare ministeriale in caso di assenza del personale sanitario, gli stessi sono obbligati a praticare tutte le manovre atte al soccorso delle persone. Purtroppo sempre per la solita confusione di norme e leggi (o forse per mera difesa del proprio orticello), il pacchetto formativo (che è identico a quello dei soccorritori delle ambulanze), non viene riconosciuto dalle varie aziende regionali del 118. Di conseguenza si generano ritardi e confusione nelle stesse operazioni di soccorso.

Altro capitolo è quello dell’utilizzo dei mezzi aerei. Notiamo sempre più spesso un utilizzo dell’eliambulanza, a nostro giudizio immotivato, su eventi di dubbia gravità. Viene da chiedersi dunque: perché uno Stato che ha personale e velivoli di proprietà, concede appalti milionari a società private per il soccorso aereo? Perché anche nelle regioni dove il soccorso aereo sanitario è affidato ad un Corpo dello Stato (nello specifico i vigili del fuoco), si sta tentando in tutti i modi di toglierlo per affidarlo a terzi quadruplicando i costi di gestione? Quanto costa al contribuente questo gioco, ma soprattutto chi ci guadagna?

Di una cosa siamo sicuri, gli unici a farne le spese sono i cittadini, i quali non sono mai al corrente dei costi, di come vengono utilizzati i fondi per la sanità e del perché dove oggettivamente si potrebbe risparmiare non lo si fa.

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