27 Giugno 2014

Africa occidentale, Ebola: da gennaio 399 vittime. Nessun rischio per l’Europa, ma mai così grave

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Secondo gli esperti con la situazione sotto controllo, il virus Ebola stava progressivamente diminuendo. Ma invece, l’epidemia è tornata a preoccupare il mondo ed in Africa occidentale sta battendo tutti i record di durata e gravità. Così, l’Oms ha convocato i ministri della Salute interessati chiedendo “misure straordinarie”. Il pericolo, però, per il momento, rimane circoscritto al continente africano, anche se qualche piccola possibilità che venga “importato” in Europa non è da escludere.

(neisko.is)

(neisko.is)

La richiesta di intervento da parte di Governi e partner. “Ormai non è più un focolaio limitato ad alcuni paesi, ma una crisi subregionale che richiede un intervento di Governi e partner – spiega in un comunicato Luis Sambo, Direttore Regionale per Africa, che ha convocato la riunione per il 2 e 3 luglio in Ghana -. L’Oms è seriamente preoccupata per la trasmissione tra paesi confinanti e per la potenziale ulteriore diffusione internazionale. C’è un bisogno urgente di intensificare gli sforzi”. Nei paesi colpiti dall’epidemia, soprattutto la Liberia, la Sierra Leone e la Guinea, i casi registrati dall’inizio dell’anno sono 635, con ben 399 decessi.

“Placare l’allarmismo, assurdo pensare che l’epidemia esca dall’Africa” afferma Giuseppe Ippolito, dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma. “L’epidemia sta avendo una durata maggiore del solito, ma certi allarmismi mi sembrano esagerati. Il problema è che le vittime vengono nascoste nei villaggi, senza informare le autorità, e questo ovviamente rende più difficile circoscrivere i focolai. Inoltre questa forma di Ebola non si presenta sempre come febbre emorragica come le altre, ma ha delle caratteristiche gastrointestinali che la rendono più difficile da trovare. L’ipotesi che l’epidemia esca dall’Africa mi sembra francamente assurda”.

La squadra di lavoro per combattere l’Ebola. Sul campo operano 150 esperti dell’Oms, insieme a molti altri diversi team di Medici Senza Frontiere e un’operazione della Commissione Europea di cui fanno parte anche tecnici dell’Istituto Spallanzani. Al momento l’agenzia Onu ha escluso il ricorso a restrizioni dei viaggi e del movimento di merci, ribadendo che il pericolo è molto basso anche per chi viaggia nei paesi colpiti, a patto che rispetti le norme di igiene elementari.

L’impossibilità di contrarre il virus da parte dei turisti. “I casi sono concentrati in zone remote, è difficile che qualcuno da lì prenda un aereo per l’Europa – afferma Giovanni Rezza, epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità -, peraltro non ci sono voli diretti per l’Italia. Inoltre chi si ammala sta molto male da subito, è facile da identificare e isolare nel caso sia necessario”.

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