2 Dicembre 2023

Il 2 dicembre 1944 l’addio a Filippo Tommaso Marinetti, padre del futurismo

Tempo medio di lettura: 3 minuti

(biografieonline.itFilippo Tommaso Marinetti, nasce ad Alessandria d’Egitto il 22 dicembre 1876, secondogenito dell’avvocato civilista Enrico Marinetti e di Amalia Grolli. Alcuni anni dopo, la famiglia torna in Italia e si stabilisce a Milano. Fin da giovanissimi i fratelli Marinetti manifestano uno smisurato amore per le lettere, ed un temperamento esuberante.

Nel 1894 Marinetti consegue il baccalaureato a Parigi e si iscrive alla facoltà di Legge di Pavia già frequentata dal fratello maggiore Leone, che morirà nel 1897 a soli 22 anni a causa di complicazioni cardiache. Trasferitosi all’ateneo di Genova un anno prima della laurea, che conseguirà nel 1899, collabora all’Anthologie revue de France et d’Italie, e vince il concorso parigino dei Samedis populaires con il poemetto La vieux marins.

Nel 1902 viene pubblicato il suo primo libro in versi La conquete des étoiles nel quale già si scorgono i primi versi sciolti e quelle figure che caratterizzeranno la letteratura futurista. Vicino all’area politica socialista non vi aderisce mai a pieno per via delle sue idee nazionaliste, e nonostante la pubblicazione sull’Avanti del suo Re Baldoria, riflessione politico satirica.

Nel 1905 fonda la rivista Poesia, tramite la quale inizia la sua battaglia per l’affermazione del verso libero, per il quale dapprima incontra un’ostilità diffusa. Il 20 febbraio del 1909 pubblica su Le Figaro il manifesto del Futurismo, fondato su undici punti che conglobano tutte le arti, il costume e la politica, facendo del Futurismo l’unica avanguardia poliedrica. Il Futurismo dichiara Marinetti: “E’ un movimento anticulturale, antifilosofico, di idee, di intuiti, di istinti, di schiaffi, pugni purificatori e velocizzatori. I futuristi combattono la prudenza diplomatica, il tradizionalismo, il neutralismo, i musei, il culto del libro.

La rivista Poesia viene soppressa pochi mesi dopo perché considerata sorpassata dallo stesso Marinetti, il quale conclude la sua pubblicazione facendo apparire sull’ultimo numero il poema futurista Uccidiamo il chiaro di luna, atto d’accusa all’arcaico sentimentalismo dominante nella poesia italiana, e vero e proprio inno alla follia creativa. Da principio, oltre ai frizzanti e provocatori Manifesti, le serate a teatro sono la principale cassa di risonanza del Futurismo, il pubblico composto da aristocratici, borghesi e proletari, viene provocato con abilità e maestria e spesso le serate futuriste si concludono con l’intervento delle forze dell’ordine.

Nel 1911 allo scoppio del conflitto in Libia, Marinetti, vi si reca come corrispondente per il giornale parigino L’intransigeant, e sui campi di battaglia trova l’ispirazione che consacrerà definitivamente le parole in libertà. Nel 1913, mentre in Italia sempre più artisti aderiscono al Futurismo, Marinetti parte per la Russia per un ciclo di conferenze. Nel 1914 pubblica il libro parolibero Zang Tumb tumb.

Alla vigilia del primo conflitto mondiale Marinetti ed i futuristi si proclamano accesi interventisti, e partecipano al conflitto, alla fine del quale al leader futurista sono conferite due medaglie al valore militare. Alla fine della prima guerra mondiale Marinetti stipula un programma politico futurista, i suoi intenti rivoluzionari portano alla formazione dei fasci futuristi e alla fondazione del giornale Roma futurista. Nello stesso anno avviene l’incontro con la poetessa e pittrice Benedetta Cappa che nel 1923 diventerà sua moglie, e da cui avrà tre figlie.

Nonostante una certa vicinanza all’area comunista e anarchica, Marinetti non è convinto che una rivoluzione bolscevica come quella russa sia prospettabile per il popolo italiano, e ne propone un’analisi nel suo libro Al di là del comunismo pubblicato nel 1920. Il programma politico futurista affascina Mussolini trascinandolo a fare suoi molti degli innumerevoli punti del manifesto programmatico. Nel 1919 alla riunione al San Sepolcro per la cerimonia di fondazione dei fasci dei combattenti, Mussolini si avvale della collaborazione dei futuristi e della loro abilità propagandistica.

Nel 1920 Marinetti si allontana dal fascismo, accusandolo di reazionarietà e passatismo, rimanendo comunque una personalità rispettata e piena di considerazione da parte di Mussolini. Durante i primi anni di regime fascista Marinetti intraprende varie tournee all’estero per la divulgazione del Futurismo, durante questi suoi viaggi partorisce l’idea per un nuovo tipo di teatro, “regno del chaos e della molteplicità.”

Il 1922 è l’anno che vede la pubblicazione del, a detta del suo stesso autore, “indefinibile romanzo” Gl’Indomabili, a cui seguiranno altri romanzi e saggi. Nel 1929 viene insignito della carica di letterato d’Italia. Seguono la pubblicazione di poemi ed aeropoemi. Nel 1935 si reca volontario in Africa orientale; di ritorno nel 1936 comincia una lunga serie di studi e sperimentazioni sulle parole in libertà.

A luglio del 1942 riparte per il fronte, stavolta nella campagna di Russia. Il suo stato di salute all’arrivo del rigido autunno si aggrava ulteriormente e viene rimpatriato. Nel 1943 dopo la destituzione di Mussolini, con la moglie e le figlie, si trasferisce a Venezia.

Verso l’una e venti del 2 dicembre 1944 a Bellagio sul Lago di Como, mentre dimorava in un albergo in attesa di ricovero in una clinica svizzera, muore a causa di una crisi cardiaca; quella stessa mattina all’alba aveva composto i suoi ultimi versi.

Di lui ha detto il poeta Ezra Pound: “Marinetti e il Futurismo hanno dato un grande impulso a tutta la letteratura europea. Il movimento al quale JoyceEliot, io stesso e altri abbiamo dato origine a Londra non sarebbe esistito senza il Futurismo“.

Vuoi lasciare un commento? | 0

Lascia un commento

"Luinonotizie.it è una testata giornalistica iscritta al Registro Stampa del tribunale di Varese al n. 5/2017 in data 29/6/2017"
P.IVA: 03433740127