8 Gennaio 2024

Stephen Hawking oggi avrebbe compiuto 82 anni, grande studioso delle origini dell’universo

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(biografieonline.it) L’orgoglio di molti può considerarsi al riparo se si considera che Stephen Hawking non ha sempre dato prova del suo straordinario ingegno. A scuola non era particolarmente brillante, anzi, era assai sfaticato e pigro, sempre pronto agli scherzi. Oggi invece, quasi ricalcando il mito del genio che vive “sotto mentite spoglie” e sboccia improvvisamente, si occupa dei grandi problemi della fisica relativistica e di meccanica quantistica. La sua intelligenza, a detta degli esperti, è di tipo particolare, fatta solo per le cose grandi e complesse. Ad ogni modo, non mancano gli episodi che già facevano intravedere qualcosa di “alieno” nel suo modo di ragionare e di affrontare i problemi.

Stephen William Hawking nasce a Oxford il giorno 8 gennaio 1942. Da ragazzo aveva pochi amici con i quali però faceva lunghe discussioni e dispute su qualsiasi argomento, dai modellini telecomandati alla religione, alla parapsicologia, alla fisica. Lo stesso Stephen ricorda: “Una delle cose di cui parlavamo era l’origine dell’universo e se ci fosse stato bisogno di un Dio per crearlo e per metterlo in movimento. Avevo sentito dire che la luce proveniente da galassie lontane è spostata verso l’estremo rosso dello spettro e che questo fatto dovesse indicare che l’universo è in espansione (uno spostamento verso l’azzurro significherebbe che esso è in contrazione). Ero sicuro che dovesse esserci qualche altra ragione per lo spostamento verso il rosso. Forse nel suo viaggio verso di noi la luce si affaticava, e quindi si spostava verso il rosso. Sembrava molto più naturale un universo essenzialmente immutabile ed eterno“.

Solo dopo due anni di ricerche per il dottorato si renderà conto di essere in errore. Quando a tredici anni viene colpito da una serie di dolorose febbri ghiandolari, nessuno ci fa caso e si pensa a normali scompensi della crescita. Nel corso del terzo anno di studi però le mani cominciano a dargli qualche problema.

Ciò non gli impedisce di laurearsi a pieni voti a soli vent’anni. L’accademia universitaria lo accoglie a braccia aperte perché potesse continuare i suoi studi sulla relatività generale, i buchi neri e l’origine dell’universo. Le difficoltà nell’uso delle mani lo convincono a sottoporsi a nuovi esami. Gli tolgono un campione di muscolo e gli iniettano un fluido nella spina dorsale. La diagnosi è terribile: sclerosi amiotrofica laterale, una malattia che provoca la disintegrazione delle cellule nervose e con essa una morte rapida.

Gli vengono concessi due anni e mezzo. Non cede. Al contrario, si dedica all’impresa con maggiore dedizione. Nel 1965 sposa Jane Wilde, che per venticinque anni gli farà da moglie e da infermiera, dandogli anche tre figli. Nel 1975 gli viene assegnata in Vaticano la medaglia d’oro intitolata a Pio XII e nel 1986 viene addirittura ammesso all’Accademia Pontificia delle Scienze, malgrado le sue teorie non si accordino del tutto con una interpretazione creazionista del cosmo.

Intanto nel 1979 viene nominato titolare della cattedra di matematica già occupata da Isaac Newton. In questi anni, ormai completamente immobilizzato, è unicamente servendosi della voce che continua a insegnare a un drappello di fedelissimi studenti. Tra il 1965 e il 1970 elabora un modello matematico che dimostra l’evoluzione dell’universo attraverso il big bang; negli anni ’70 compie importanti studi sui buchi neri, divulgati in seguito al grande pubblico attraverso il comunque arduo (malgrado le intenzioni dell’autore), “Dal Big Bang ai buchi neri“.

Anni dopo Stephen Hawking è stato investito da un auto ed è stato al centro di una misteriosa aggressione di cui non ha mai voluto fornire spiegazioni o dettagli, neanche alla polizia. Nel 1990, inoltre, il rapporto che lo legava alla moglie si è spezzato, concludendosi con un doloroso divorzio.

Da tempo Hawking non dispone più nemmeno della voce ed è costretto a comunicare servendosi di un sofisticato computer che gli consente di esprimersi con grande lentezza: basti pensare che non può digitare più di quindici parole al minuto.

Gran parte del suo lavoro, come detto, riguarda il concetto di buco nero, e le sue ricerche nell’ambito della relatività generale confermano la teoria del Big Bang sull’origine dell’universo. L’ultimo stadio della ricerca di Stephen Hawking, infatti, avvalora l’ipotesi che il Big Bang sia derivato da una singolarità iniziale dello spazio-tempo e che tale singolarità rappresenti una caratteristica di qualsiasi modello dell’universo in espansione.

Hawking è morto nelle prime ore del mattino del 14 marzo 2018 all’età di 76 anni nella sua casa a Cambridge.

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