4 Luglio 2023

Nove anni dall’addio a Giorgio Faletti, uno tra gli scrittori più apprezzati in Italia

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(biografieonline.it – Foto © giornalettismo.com) C’è chi lo considerava un genio e chi lo definiva come il miglior scrittore italiano degli anni 2000.

E’ lecito pensare che forse entrambe le affermazioni siano state volutamente esagerate ma una cosa è certa: Giorgio Faletti è stato uno di quei talenti come raramente se ne sono visti. La sua specificità era la poliedricità – e non si tratta di un semplice modo di dire ma di un vero e proprio dato di fatto.

Uno, nessuno e centomila, verrebbe da dire, visto che Faletti ha indossato i panni del comico, del cantante (e autore di canzoni), e, “last but not least” dello scrittore. E non a tempo perso.

Proprio un notissimo magazine settimanale, che esce in allegato al Corriere della sera, all’uscita del suo primo romanzo, “Io uccido“, ha lanciato Faletti in copertina con il tonitruante appellativo di “massimo scrittore italiano vivente“.

Gli studi e le prime esperienze artistiche. Nato ad Asti il 25 novembre 1950 Giorgio Faletti si è laureato in Giurisprudenza ma l’idea di chiudersi in uno studio legale non gli piaceva affatto. Forte del suo carisma istrionico, ci prova con lo spettacolo e dopo un breve approccio col mondo della pubblicità si dedica al cabaret, approdando quasi immediatamente al locale culto per eccellenza, il “Derby” di Milano. Nello stesso periodo sul palco del locale circola tutta la crème della comicità degli anni a venire: Diego AbatantuonoTeo TeocoliMassimo Boldi, Paolo Rossi e Francesco Salvi (poi anche collega nel mitico “Drive in”). Un’importante occasione si presenta quando ha modo di partecipare alla fortunata commedia “La tappezzeria” di Enzo Jannacci.

In televisione. Il debutto televisivo arriva nel 1982 con la trasmissione “Pronto Raffaella” condotto dall’inossidabile Raffaella Carrà, per poi continuare su Antenna 3 Lombardia con “Il guazzabuglio” al fianco di Teo Teocoli per la regia di Beppe Recchia. Ed è proprio l’ormai navigato regista, deus ex machina di molte trasmissioni Rai, che nel 1985 lo lancia in “Drive in” il programma comico che ha segnato un nuovo modo di fare televisione.

Vito Catozzo e i celebri personaggi di Faletti. I personaggi creati da Faletti sono letteralmente irresistibili, la sua fantasia è sfrenata e scoppiettante. Eccolo dunque nei panni di un fantomatico “Testimone di Bagnacavallo”, o dello stralunato “Carlino” (famoso per il tormentone sul “giumbotto“), o del “Cabarettista Mascherato”, come di “Suor Daliso”. Ma in questa carrellata sarebbe un delitto dimenticare il superlativo “Vito Catozzo“, un personaggio dalla parlata tutta sua che è arrivato ad influenzare il lessico di tutti i giorni (culattacchione, mondo cano, porco mondo che ciò sotto i piedi…). Il successo viene confermato con “Emilio”, la trasmissione con Zuzzurro e Gaspare nella quale lancia il personaggio di “Franco Tamburino” l’improbabile stilista di Abbiategrasso e una gustosa caratterizzazione di Loredana Berté, fresca signora Borg.

Autore di testi e canzoni. Nello stesso tempo porta avanti una carriera d’autore, collaborando ai testi di altri comici fra cui Gigi Sabani ed Enrico Beruschi. Partecipa inoltre a “Fantastico ’90” al fianco di Pippo BaudoMarisa Laurito e Jovanotti e, successivamente, a “Stasera mi butto… e tre!” con Toto Cutugno. In quel periodo, a causa di un’operazione al ginocchio che lo costringe all’immobilità per circa due mesi, si avvicina casualmente al mondo della musica. Comincia un’attività di cantautore che sfocia nel primo album “Disperato ma non serio” dal cui brano di punta “Ulula” viene tratto un fortunato videoclip pluripremiato a Rimini Cinema, Umbria Fiction e al Festival di Cinema di Montreal. Questa attività porta Giorgio Faletti contemporaneamente a scrivere canzoni per MinaFiordalisoGigliola Cinquetti, oltre ad una fortunata collaborazione con Angelo Branduardi.

A Sanremo. In termini di visibilità personale raggiunge il “top” con la partecipazione al Festival di Sanremo 1994 dove, con “Signor tenente” commuove il grande pubblico e vince il Premio della Critica, classificandosi secondo; si riconferma l’anno successivo con “L’assurdo mestiere”, canzone caratterizzata da una insospettabile vena malinconica e riflessiva e vincendo con l’album omonimo il Premio Rino Gaetanoper la parte letteraria delle canzoni.

La comicità rimane tuttavia parte integrante del suo modo di essere: lo dimostrano il fortunato libro “Porco mondo che ciò sotto i piedi” edito da Baldini e Castoldi, dove racconta episodi di vita del suo personaggio preferito, “Vito Catozzo”, e ancor di più nello spettacolo teatrale “Tourdeforce” dove abbina l’umorismo e la caratterizzazione dei personaggi, alla canzone d’autore.

In seguito, ospite fisso della trasmissione “Roxy bar” al fianco di Red Ronnie, ha conosciuto un’ulteriore affermazione personale.

Faletti scrittore. Come anticipato l’ultima metamorfosi del sorprendente Giorgio Faletti è quella che lo ha portato a scrivere scegliendo un genere tipicamente “made in USA”. Il suo thriller “Io uccido” (2002), certo anche grazie al vigoroso lancio massmediatico, ha venduto un numero record di copie (oltre 1 milione e trecentomila). Jeffery Deaver, maestro del thriller, autore di numerosi best-seller (“Il collezionista di ossa”, “Lo scheletro che balla”, “La scimmia di pietra”, per citarne alcuni), ha detto di lui e del suo lavoro: “Uno come Faletti dalle mie parti si definisce “larger than life”, uno che diventerà leggenda“.

Ma non finisce qui. Giorgio Faletti cerca di confermarsi uno degli scrittori italiani più brillanti del periodo: il 5 ottobre 2004 esce il suo romanzo “Niente di vero, tranne gli occhi”, in cui il beffardo assassino protagonista del thriller compone i corpi delle sue vittime come i personaggi dei Peanuts. Il lavoro è un nuovo grande successo oltre che una positiva conferma. Nel novembre del 2005 Faletti riceve dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il Premio De Sica per la Letteratura. All’inizio del 2006 esce nelle sale il film “Notte prima degli esami“, dove interpreta lo spietato docente di lettere Antonio Martinelli.

Dopo la Montecarlo di “Io uccido” e il binomio Roma-New York di “Niente di vero tranne gli occhi”, a due anni di distanza esce “Fuori da un evidente destino” (2006), ambientato in Arizona e in cui tra i protagonisti vi sono gli indiani Navajos, ai quali il romanzo è dedicato. Già mesi prima dell’uscita del libro Dino De Laurentiis ha acquistato i diritti per realizzare un film. Dopo “Pochi inutili nascondigli”, una raccolta di racconti pubblicata nel 2008, nella primavera del 2009 viene data alle stampe la prima edizione del romanzo “Io sono Dio”. Nel novembre del 2010 esce il suo sesto romanzo, dal titolo “Appunti di un venditore di donne”, primo romanzo ambientato in Italia, più precisamente a Milano: il libro balza subito in testa alle classifiche dei libri più acquistati. Nel 2011 annuncia il titolo del suo settimo romanzo “Tre atti e due tempi” (pubblicato poi il 4 novembre), ambientato nel mondo del calcio.

Malato da tempo di tumore (ai polmoni), Giorgio Faletti è morto a Torino il 4 luglio 2014 all’età di 63 anni.

(Foto © giornalettismo.com)

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