12 Febbraio 2024

Avrebbe compiuto oggi 102 anni Franco Zeffirelli, uno tra i più grandi registi del cinema

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(biografieonline.it) Nato a Firenze il 12 febbraio 1923 Franco Zeffirelli si diploma all’Accademia di Belle Arti della sua città e dopo aver frequentato architettura s’interessa di prosa lavorando a Radio Firenze (1946).

Essendo anche attore di formazione debutta nel cinema nel 1947 interpretando il ruolo di Filippo Garrone ne “L’onorevole Angelina” di Luigi Zampa ed assistendo Luchino Visconti sul set de “La terra trema”; esordisce come regista teatrale due anni dopo con “Lulù” ed in seguito si dedica con notevole successo alla regia di opere liriche, attività che svolge con continuità. Tra gli anni ’40 e ’50 comincia ad affiancare registi celebri come Michelangelo AntonioniVittorio De Sica e Roberto Rossellini.

Il primo film da lui diretto, dopo esser stato aiuto di Pietrangeli per “Il sole negli occhi” e “Lo scapolo” (e nuovamente di Visconti per “Senso”), è “Camping” (1958), una commedia sentimentale giudicata dalla critica ancora piuttosto convenzionale.

Uno stile più personale dimostrerà invece in “La bisbetica domata” (1967) ed in “Romeo e Giulietta” (1968), brillanti trascrizioni shakespeariane realizzate, a giudizio degli esperti, con notevole gusto e sorvegliata eleganza figurativa. Sempre con Visconti, di cui ormai è collaboratore fidatissimo, si occupa tra il 1948 e il 1953 delle scenografie per opere di CechovShakespeare e Williams.

Ancora a proposito degli allestimenti teatrali sono da ricordare i cimenti in opere classiche come l’Otello di Shakespeare  (che presenta al festival di Stratford-on-Avon nel 1961) e l’Aida di Giuseppe Verdi, nonché nelle produzioni contemporanee come “Chi ha paura di Virginia Woolf?” di Albee.

Nel cinema restano famose le sue trasposizioni letterarie: dalla romantica vicenda di “Romeo e Giulietta” del 1968, a una sentita biografia del poverello d’Assisi, ossia il San Francesco per la verità un pò oleografo di “Fratello sole, sorella luna” del 1972, all’ “Amleto” del 1990, nell’interpretazione di Mel Gibson.

La sua opera è dominata da una vena romantica di accurata sensibilità sia per il particolare che per la definizione dei personaggi. Resta memorabile il suo Gesù di Nazareth del 1977, entrato nella storia del cinema per il ritratto particolarmente umano del Cristo, la cui eterea spiritualità pervade l’intera opera. Infine nel campo dell’opera lirica non si possono dimenticare le storiche produzioni con le maggiori protagoniste del canto di ogni tempo (accompagnate, va da sè, dai grandissimi direttori allora in circolazione. Un nome per tutti: Carlo Maria Giulini), a cominciare dalla leggendaria “Traviata” con la sconvolgente Maria Callas fino alla “Lucia di Lammermoor” con la Sutherland, produzioni ancora largamente rimpiante dagli appassionati.

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