13 Settembre 2023

Il 13 settembre 1971 nasceva Ezio Bosso, uno tra i più grandi musicisti a livello mondiale

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(biografieonline.it) Ezio Bosso nasce il 13 settembre del 1971 a Torino. Si avvicina alla musica sin da piccolo, addirittura all’età di quattro anni, con il tramite di suo fratello, musicista, e di una sua prozia, che suona il piano. Dopo avere cominciato ad appena dodici anni a comporre musica, nel 1985 entra, a quattordici anni, nel gruppo degli Statuto, con i quali rimane per tre anni.

Successivamente, sceglie di dedicarsi alla musica classica e di mettere da parte, quindi, la ska-mod revivalEzio Bosso esordisce come solista in Francia ancora minorenne, per poi girare le orchestre di tutto il continente europeo.

Gli anni ’90. Negli anni Novanta, ancora molto giovane, calca le più prestigiose scene internazionali, dal Royal Festival Hall alla Sydney Opera House, dal Southbank Centre al Palacio de Bellas Artes di Città del Messico, dalla Carnegie Hall al Teatro Colòn di Buenos Aires, dalla Houston Symphony all’Auditorium Parco della Musica di Roma, senza dimenticare, ovviamente, il Teatro Regio della sua città, Torino. A teatro cura la parte musicale de “La stanza di Emily”, di “Cuori”, di “A score for Amleth”, di “Sogno di una notte di mezza estate” e di “Studio su Amleto”, con Valter Malosti; tra il 1998 e il 2001, invece, lavora a “La confessione biologica”, con Antonio Catania, a “Qoeleth e il cantico dei cantici”, con David Riondino, a “Moi je s’addresse” e ad “Aspettiamo quello simpatico”, con Rocco Papaleo. Con lo stesso attore lucano aveva già collaborato per il film “Cecchi Gori Cecchi Gori”, che tuttavia non viene mai distribuito.

Gli anni 2000. Nel 2001 Ezio Bosso si occupa della colonna sonora del film “Ribelli per caso”, mentre due anni più tardi realizza quella di “Io non ho paura”, diretto da Gabriele Salvatores, con protagonista Diego Abatantuono, grazie alla quale riceve una nomination al David di Donatello. Tra il 2004 e il 2005 lavora anche per il cinema con “Rosso come il cielo” e “Quo Vadis Baby”, mentre tra il 2006 e il 2007 cura le musiche di “The Moon on the Lake” e di “Il dolce e l’amaro”.

Gli anni 2010 e la malattia di Ezio Bosso. Nel 2011 Ezio Bosso scopre di essere ammalato: quello che l’ha colpito è un tipo di malattia neurodegenerativa i cui effetti sono analoghi a quelli della sclerosi laterale amiotrofica (Sla), patologia neurologica che, con il passare del tempo, compromette la sua possibilità di camminare, di muoversi liberamente e di esprimersi verbalmente.

Poco dopo, gli viene diagnosticato anche un tumore al cervello: per Ezio si tratta di un brutto colpo, al punto che gli passa per la mente anche la possibilità di togliersi la vita. Incoraggiato dal suo medico, il musicista piemontese abbandona quei terribili propositi, si fa forza e decide di affrontare i problemi di salute, pur temendo l’impossibilità di rimanere autosufficiente: per colpa delle terapie perde quaranta chili, ed è a quel punto che è costretto a svelare la propria malattia pubblicamente (in un primo momento aveva scelto di non dire niente a nessuno).

Nel 2013, viene contattato da Mario Brunello, celebre violoncellista consigliato da Gidon Kremer, che gli chiede di incontrarlo: tra i due nasce una bella amicizia che si traduce in una importante collaborazione professionale in un duo violoncello-pianoforte. L’anno successivo Bosso esordisce alla testa della London Symphony Orchestra con la sua “Fantasia per Violino e Orchestra“.

Nel 2015, invece, il suo concerto all’Ikon Gallery, nell’ambito dell’opera “3 Drawing Rooms” di David Tremlett, suo amico fraterno, viene definito da Penelope Curtis, direttrice di “Tate Britain”, e da “The Arts News Paper” l’evento artistico dell’anno in Gran Bretagna.

Nello stesso anno Ezio Bosso viene candidato al David di Donatello per le musiche de “Il ragazzo invisibile”, film per cui è tornato a collaborare con Gabriele Salvatores, e viene chiamato dall’Università Alma Mater di Bologna per realizzare e dirigere una composizione incentrata sulla Magna Charta dell’ateneo. Inoltre, registra il suo primo album ufficiale da solista, commercializzato per Egea Music il 30 ottobre con il titolo “The 12th Room“, la dodicesima stanza.

Nel febbraio del 2016 Ezio Bosso è uno degli ospiti d’onore del Festival di Sanremo condotto da Carlo Conti: la sua esibizione e la sua intervista sul palco dell’Ariston rientrano tra i momenti più commoventi della kermesse trasmessa da Raiuno. Il giorno successivo alla sua ospitata si fa apprezzare, inoltre, per un tweet ironico scritto in risposta a Spinoza, celebre collettivo di satira che pubblica una battuta, piuttosto criticata, che dice che anche un disabile può pettinarsi come un idiota: Bosso replica ironizzando sulla propria malattia e sottolineando che la sua capigliatura strana è dovuta al fatto che si pettina da solo.

Ezio si spegne a Bologna il 14 maggio 2020, all’età di 48 anni.

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