23 Agosto 2023

Compie oggi 78 anni Rita Pavone, la signora della musica italiana

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(biografieonline.it) – Rita Pavone nasce il 23 agosto 1945 a Torino: il suo debutto avviene al Teatro Alfieri, nel capoluogo piemontese, nel 1959 in occasione di uno show per bambini chiamato “Telefoniade”, organizzato dalla Stipe, società telefonica del tempo.

Per la prima volta davanti al pubblico, si esibisce nell’interpretazione dei brani di Al Jolson “Swanee” e di Renato Rascel “Arrivederci Roma”. Negli anni successivi, sale sul palco in diversi locali della città come il “Principe”, l'”Hollywood Dance”, “La Perla”, “La Serenella” e l'”Apollo Danze”, venendo soprannominata “la Paul Anka in gonnella”, visto che il suo repertorio attinge soprattutto alle canzoni dell’artista canadese.

Nel 1962 prende parte alla prima edizione del “Festival degli sconosciuti” di Ariccia, manifestazione patrocinata dal cantante Teddy Reno: egli diventa in breve tempo il pigmalione di Rita, ma anche il suo compagno (si sposeranno sei anni più tardi tra le polemiche, dovute alla differenza di età tra i due e al fatto che l’uomo è già padre di un figlio e sposato civilmente). Rita vince il festival e si guadagna un provino con la RCA Italiana: provino superato cantando alcuni brani di Mina.

Dal suo esordio a livello nazionale alla fama il passo è molto breve: merito di singoli di successo come “Sul cucuzzolo“, “La partita di pallone” (entrambe scritte da Edoardo Vianello), “Come te non c’è nessuno”, “Alla mia età”, “Il ballo del mattone”, “Cuore” (versione italiana di “Heart”, hit americana), “Non è facile avere 18 anni”, “Che m’importa del mondo” e “Datemi un martello”, cover di “If I had a hammer”.

Nel 1964, la Pavone viene chiamata a interpretare “Il giornalino di Gian Burrasca”, sceneggiato televisivo diretto da Lina Wertmuller e tratto dal famoso romanzo di Vamba, musicato da Nino Rota. La sigla di questo prodotto è “Viva la pappa col pomodoro”, brano destinato a scavalcare i confini nazionali nelle versioni inglese (“The man who makes the music”), tedesca (“Ich frage mainen papa”) e spagnola (“Que ricas son le papasin”). Finita addirittura nel saggio di Umberto Eco “Apocalittici e integrati”, vince nel 1965 il “Cantagiro” con la canzone “Lui”, cui fanno seguito hit famose come “Solo tu”, “Qui ritornerà”, “Fortissimo”, “Questo nostro amore”, “Gira gira”, “La zanzara” e “Stasera con te”, sigla di “Stasera Rita”, programma tv diretto da Antonello Falqui; nel 1966, invece, incide “Il geghegè”, sigla di “Studio Uno”.

L’anno successivo Rita vince nuovamente il “Cantagiro” con il brano scritto da Lina Wertmuller e Luis Enriquez Bacalov “Questo nostro amore”, colonna sonora della pellicola “Non stuzzicate la Zanzara”; partecipa, inoltre, ai film “La Feldmarescialla” e “Little Rita nel West”, al fianco di Terence Hill. La sua popolarità in quel periodo supera i confini nazionali: viene invitata per cinque volte nella trasmissione della Cbs “Ed Sullivan Show”, negli Stati Uniti, e si ritrova sul palco al fianco di artisti come Ella Fitzgerald, Duke Ellington, Marianne Faithfull, The Beach Boys, The Supremes, The Animals e addirittura Orson Welles.

Tra le date indimenticabili c’è il 20 marzo del 1965, quando Rita si esibisce in concerto nella Carnegie Hall di New York. Con la Rca Victor Americana pubblica tre dischi, che vengono distribuiti in tutto il mondo: “The International teen-age sensation”, “Small wonder” e “Remember me”. Ma il successo della cantante piemontese arriva anche in Francia, grazie a “Coeur” e “Clementine Cherie”, colonna sonora dell’omonimo film con Philippe Noiret. Oltralpe, però, le soddisfazioni maggiori arrivano grazie a “Bonjour la France”, scritto da Claudio Baglioni, con oltre 650mila copie vendute. Mentre in Germania i suoi 45 giri compaiono spesso nelle classifiche dei dischi più venduti (“Wenn Ich ein Junge War” vende da solo più di mezzo milione di copie), e “Arrivederci Hans” arriva addirittura al primo posto, Argentina, Giappone, Spagna, Brasile e Regno Unito sono altri Paesi in cui il mito di Rita Pavone si impone: nella terra di Albione soprattutto grazie a “You only you”, che le spalanca tra l’altro le porte di programmi tv in cui compare al fianco di Cilla Black e Tom Jones, con la Bbc che le dedica addirittura uno speciale chiamato “Segni personali: lentiggini”.

Il matrimonio con Teddy Reno del 1968, tuttavia, pare produrre un effetto piuttosto destabilizzante rispetto alla carriera della Pavone: da adolescente sbarazzina ma rassicurante, diventa una giovane donna che si unisce in matrimonio a un uomo più vecchio di lei e già sposato. Complice l’interesse della stampa scandalistica, che riporta le vicende relative alla separazione dei suoi genitori, il personaggio di Rita appare in discussione. Lasciata la RCA, la cantante approda alla Ricordi, con cui incide canzoni per bambini che passano inosservate. Nel 1969 arriva al Festival di Sanremo, ma il suo brano, “Zucchero”, non supera il tredicesimo posto. Diventata mamma di Alessandro, suo primogenito, Rita viene imitata da Sandra Mondaini a “Canzonissima”, mentre suo marito non gradisce l’imitazione a “Doppia coppia” di Alighiero Noschese. Anche per questo motivo, le sue apparizioni in tv si diradano.

Il rilancio arriva negli anni Settanta, con i brani “Finalmente libera” (cover di “Free again” di Barbra Streisand) e con “Ciao Rita”, speciale sul piccolo schermo in cui l’artista canta, presenta, imita e balla. Partecipa, con “La suggestione” (scritta da Baglioni), a “Canzonissima”, e torna a Sanremo nel 1972 con “Amici mai”. La seconda metà del decennio regala successi come “…E zitto zitto” e “My name is Potato”, sigla della trasmissione con Carlo Dapporto “Rita ed io”. Molto più sfortunata la partecipazione a “Che combinazione”, show in onda sul secondo canale in prima serata, a causa dello scarso feeling con l’altro conduttore Gianni Cavina: il programma, comunque, guadagna dodici milioni di spettatori di media e si avvale delle sigle “Mettiti con me” e “Prendimi”, realizzate dalla stessa Pavone.

Negli anni Ottanta, la cantante insiste sul proprio ruolo di cantautrice con “Rita e l’Anonima Ragazzi” e “Dimensione donna”, mentre la sua canzone “Finito” diventa la sigla di “Sassaricando”, soap opera in onda in Brasile su Tv Globo. Nel 1989 esce “Gemma e le altre”, il suo ultimo disco di inediti. Da quel momento, Rita si gode un meritato riposo, alternato a numerose partecipazioni teatrali: veste i panni di Maria nella “XII Notte” di William Shakespeare, al fianco di Renzo Montagnani e Franco Branciaroli nel 1995, e di Gelsomina ne “La strada”, al fianco di Fabio Testi nel 1999.

Nel 2000 e nel 2001 su Canale 5 conduce “I ragazzi irresistibili”, varietà musicale che vede protagonisti anche Maurizio Vandelli, Little Tony e Adriano Pappalardo, in occasione del quale ha l’opportunità di duettare, tra l’altro, con Josè Feliciano e Bruno Lauzi: sempre sulla rete ammiraglia Mediaset, è protagonista di “Giamburrasca”, spettacolo teatrale in cui interpreta Giannino Stoppani, al fianco di Ambra Angiolini, Katia Ricciarelli e Gerry Scotti. Nel 2006, ufficializza a “L’anno che verrà” la decisione di ritirarsi a vita privata, esibendosi in pubblico per l’ultima volta e si candida per la Circoscrizione Estero (visto che vive in Svizzera, Paese di cui ha anche la cittadinanza) alle elezioni per il Senato nella lista di Mirko Tremaglia “Per l’Italia nel mondo”.

Torna a esibirsi il 6 ottobre del 2010 con Renato Zero, in concerto a Roma, in occasione del sessantesimo compleanno del cantautore romano, cantando tra l’altro “Fortissimo”, “Mi vendo” e “Come te non c’è nessuno”. Nel 2011 riceve il premio “Capri Legend Award 2011”, nel corso della sedicesima edizione di “Capri – Hollywood International Film Festival”.

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