16 Aprile 2024

Sette anni fa l’addio a Gianni Boncompagni, uno tra i più noti volti della tv italiana

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(biografieonline.itGianni Boncompagni (il cui vero nome è Giandomenico) nasce il 13 maggio 1932 ad Arezzo, da madre casalinga e padre militare. Trasferitosi in Svezia all’età di diciotto anni, per dieci anni in Scandinavia svolge diversi lavori, prima di diplomarsi all’Accademia di fotografia e grafica e di intraprendere la carriera di conduttore radiofonico (durante la quale, tra l’altro, ha modo di intervistare il sociologo Danilo Dolci, in una conversazione ricordata ancora oggi). Sposatosi con una donna aristocratica, dalla quale avrà tre figlie (tra cui Barbara, futura autrice televisiva), si separa poco dopo, ottenendo comunque la patria potestà delle piccole. E così Gianni fa ritorno in Italia, dove cresce le bimbe da ragazzo padre e dove, nel 1964, vince il concorso Rai per programmatore di musica leggera.

Entrato nei ranghi della radiofonia del servizio pubblico, conosce Renzo Arbore, con il quale tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta dà vita a programmi culto come “Bandiera gialla” e “Alto gradimento”: trasmissioni che, oltre a realizzare un nuovo modo di intrattenere, essendo basate sull’improvvisazione, sulla creazione di nonsense e tormentoni e sull’imprevedibilità, contribuiscono alla diffusione della musica beat nel nostro Paese.

Nel frattempo Gianni Boncompagni esordisce anche come cantante, indicendo per l’RCA Italiana con il nome d’arte di Paolo Paolo (prestando la voce, per esempio, alla sigla della “Guapa”), e come autore: nel 1965 scrive le parole de “Il mondo”, successo internazionale di Jimmy Fontana che gli garantisce notevoli entrate economiche. Firma, tra l’altro, le colonne sonore dei film “L’estate” e “I ragazzi di Bandiera Gialla” (in quest’ultimo compare anche come attore), oltre che di “Riuscirà il nostro eroe a ritrovare il più grande diamante del mondo?” e di “Il colonnello Buttiglione diventa generale”. Più tardi, sarà anche l’autore del testo della canzone “Ragazzo triste”, di Patty Pravo.

Nel 1977 approda in televisione, conducendo “Discoring”, programma musicale destinato al pubblico giovane: da quel momento, lavora sul piccolo schermo con frequenza sempre maggiore, con “Superstar” e “Drim”, e divenendo autore, insieme con Giancarlo Magalli, di programmi come “Che patatrac” e “Sotto le stelle” (nel 1981), “Illusione, musica, balletto e altro” (l’anno seguente) e “Galassia 2” (nel 1983). Un notevole successo arriva a metà anni Ottanta con “Pronto Raffaella?”, trasmissione che consacra Raffaella Carrà (di cui è stato anche compagno, e per la quale ha scritto i testi di diverse canzoni), e con lo spin-off “Pronto, chi gioca?”, presentato da Enrica Bonaccorti.

Nel 1987 approda a “Domenica in”: vi rimarrà fino al 1990, consacrando Edwige Fenech come icona di bellezza (e non solo come ex protagonista di b-movies) e Marisa Laurito. Proprio a “Domenica In”, inoltre, nascono le idee del pubblico composto da ragazzine carine figuranti e del cruciverbone: saranno i tratti distintivi di “Non è la Rai”.

Gianni Boncompagni e Non è la Rai. “Non è la Rai” è il programma con cui Gianni Boncompagni passa dalla tv pubblica a Fininvest. Nato nel 1991, con alla guida Enrica Bonaccorti, andrà in onda fino al 1995, trasformandosi nel corso del tempo in un programma di culto. La trasmissione lancia numerose ragazze destinate ad avere successo nel mondo dello spettacolo (Antonella Elia, Lucia Ocone, Miriana Trevisan, Claudia Gerini, Nicole Grimaudo, Laura Freddi, Sabrina Impacciatore, Antonella Mosetti), ma soprattutto Ambra Angiolini, il cui personaggio all’epoca rappresenta un fenomeno di costume vero e proprio, non sempre (e non solo) in senso positivo.

“Non è la Rai”, in effetti, non lascia da parte le polemiche: sia per l’impiego di ragazze minorenni, sia per la truffa del cruciverbone scoperta in diretta da Enrica Bonaccorti, sia per l’endorsement di una giovanissima Ambra a favore di Silvio Berlusconi in occasione delle elezioni politiche del 1994 (mentre Achille Occhetto, rivale del Cavaliere, veniva definito diabolico). Nel frattempo, comunque, Boncompagni, in coppia con Irene Ghergo si dedica anche ad altri programmi, come “Primadonna”, con Eva Robin’s, e, nell’estate del 1992, “Bulli & pupe”, che, con “Rock’n’roll”, rappresenta uno spin-off di “Non è la Rai”.

La seconda metà degli anni ’90. Dopo aver collaborato, nella stagione 1995/96, a “Casa Castagna”, trasmissione pomeridiana condotta da Alberto Castagna, l’autore aretino torna in Rai, dove nel 1996 e nel 1997 si occupa, su Raidue, di “Macao”: presentato dapprima da Alba Parietti e poi da Pi (un personaggio grafico creato per sostituire la show-girl piemontese), il programma rappresenta un’evoluzione di “Non è la Rai”, con personaggi nuovi (vengono lanciati, tra gli altri, Enrico Brignano e Paola Cortellesi), un pubblico di figuranti (questa volta composto anche da maschi), ritornelli e canzoni. Dopo aver fatto parte, nel 1998, della Commissione Artistica del “Festival di Sanremo”, realizza per Raidue “Crociera”, trasmissione di prima serata presentata da Nancy Brilli, che tuttavia a causa degli ascolti molto bassi viene chiusa dopo una sola puntata. “Crociera” rappresenta una fonte di scandalo in casa Rai, sia per gli alti costi del programma (inclusa la scenografia), sia per le polemiche tra Boncompagni e Carlo Freccero, direttore di rete che si dichiara deluso dall’autore e regista e che gli lancia accuse al vetriolo. Il Codacons, addirittura, chiede un’indagine della Corte dei Conti, per appurare se il denaro utilizzato per la realizzazione del programma (una sorta di musical con interventi comici, che non supera il 9 % di share nel dicembre del ’98) sia stato impiegato in maniera corretta. L’occasione per rifarsi, per Gianni Boncompagni, arriva comunque pochi anni dopo, quando firma con Piero Chiambretti e Alfonso Signorini “Chiambretti c’è”, in onda sempre su Raidue.

Gli anni 2000. Dopo essere stato il regista dell'”Omaggio a Gianni Versace“, concerto di Elton John tenuto a Reggio Calabria nel giugno del 2004 e trasmesso su Rai International e Raidue, Boncompagni è uno degli autori di “Domenica In” nella stagione 2005/06, prima di passare su La7. Il 23 ottobre del 2007 inaugura “Bombay”, trasmissione dalla scenografia minimalista e che arruola – come prevedibile – ragazze che cantano e danzano. Basato sul nonsense, il programma si avvale di ospiti strambi e ospiti prestigiosi (compreso Renzo Arbore), ma va in onda solo per dodici puntate. Tornato in Rai, nel 2008 Boncompagni è uno degli autori di “Carramba che fortuna”, al fianco della sua prediletta Raffaella Carrà, mentre nel 2011 fa parte della giuria di “Lasciami cantare!”, talent show trasmesso da Raiuno.

Gianni Boncompagni è morto a Roma il 16 aprile 2017, poche settimane prima di compiere 85 anni.

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