(biografieonline.it) Otto anni fa una triste notizia scuoteva il mondo di Hollywood: la morte prematura di Robin Williams, 63 anni, trovato impiccato nella sua casa di Tiburon, nella baia di San Francisco.
Vero proprio talento comico, con 40 anni di carriera alle spalle, ha saputo commuovere, far ridere ed emozionare dando vita ad una molteplicità di personaggi indimenticabili del grande schermo, spesso diversissimi tra loro eppure ogni volta incredibilmente efficaci, grazie al grande trasformismo che è da sempre stato la cifra stilistica di Robin Williams.
L’attore americano Robin Williams nasce il 21 luglio 1951 a Chicago (Illinois) in una famiglia economicamente agiata. Il padre è un dirigente della Ford Motors, mentre la madre è una modella, che lo introduce sin da piccolo nel mondo dell’intrattenimento. Malgrado l’immagine di persona estroversa, simpaticissima e brillante, che conosciamo grazie ai film che ha interpretato, da ragazzo Robin è un solitario. Eppure, raccontano le cronache, preferisce chiudersi in se stesso e seguire il filo dei suoi pensieri piuttosto che giocare con gli altri bambini. Una piccola mania lo coglie alle soglie della pubertà, mania che fa ben capire il carattere di Robin Williams a quell’età. Colleziona infatti soldatini, una passione che non incita di certo alla condivisione con gli altri e che soprattutto è coltivabile solo all’interno delle mura casalinghe. Con il tempo, arriva a possedere migliaia di soldatini. Arrivata l’epoca del liceo, si iscrive alla scuola locale e si diploma nel 1969.
La passione per la recitazione. Terminata questa prima fase degli studi, si iscrive alla facoltà di scienze politiche al Claremont Men’s College, dove tuttavia inizia a delinearsi la sua reale passione. Come prevedibile, abbandona l’università, per iscriversi ad una scuola di recitazione drammatica, l’istituto Juilliard, nella città di New York. La guida del corso è il maestro John Houseman. Durante questo periodo, emerge anche un altro talento insito nelle capacità recitative di Williams, quello per il mimo, talento che mette a frutto per guadagnarsi i primi soldi. Dopo il diploma conseguito presso l’istituto Juilliard, Robin Williams inizia la sua carriera di attore di commedie, rivelandosi subito un comico emergente fino ad apparire al “The Richard Pryor Show”.
Mork & Mindy. Nel 1977, il regista Garry Marshall gli offre l’opportunità di conquistare il pubblico internazionale, interpretando un simpatico alieno nella serie televisiva “Mork e Mindy”. E’ quello il personaggio che gli dona la prima, estesa celebrità. Il personaggio di Mork, l’alieno appunto, si imprime indelebilmente nella fantasia di milioni di spettatori, ben lungi però dall’immaginarsi quali siano le reali potenzialità del buffo attore che interpreta Mork. Comunque il saluto del personaggio, che compariva fra i terrestri allargando le dita e dicendo Na.no Na.no, è diventato quasi un tormentone. Nella vita privata, invece, nel 1978 sposa Valerie Velardi.
I primi film di successo. Uno dei primi ruoli cinematografici di rilievo lo ottiene nel 1980, per il “Popeye” (Braccio di Ferro) diRobert Altman, un’esibizione che non entusiasma la critica. Scenario completamente diverso l’anno dopo quando, a fianco di Glenn Close ne “Il mondo secondo Garp” (tratto dal romanzo di John Irving), offre un primo esempio di quelle che saranno le sue fluviali e virtuosistiche interpretazioni attoriali, in cui effonde una vastissima gamma di soluzioni mimiche e vocali. Praticamente “lanciato”, il passo successivo lo proietta direttamente nel firmamento delle star hollywoodiane, con l’indimenticabile performance di “Good Morning Vietnam“; il film presenta il canovaccio ideale per scatenare la sua incontenibile energia che sul piano puramente della dizione del testo sfiora il delirante. Un’interpretazione che non può passare inosservata e che infatti gli procura una nomination agli Oscar.
Lo straordinario e immortale successo con “L’attimo fuggente”. L’anno dopo, altra nomination, altro Oscar sfiorato, in un film diventato un vero e proprio cult: si tratta de “L’attimo Fuggente”, la discussa pellicola di Peter Weir dal fortissimo impatto. Il suo ruolo è quello del professore tenace e rivoluzionario, rivoluzionario e fuori dagli schemi che non solo è diventato il “prototipo” neo-romantico di professore-modello sognato da milioni di studenti, ma anche, per certi versi, a causa delle inevitabili degenerazioni, un personaggio-macchietta. Ad ogni modo, sia la critica che i suoi detrattori rimangono definitivamente convinti della sua abilità di interpretare sia i ruoli tragici che comici.
Gli anni ’90. Ad esempio, impossibile tralasciare la sua apparizione in “Risvegli”, capolavoro del 1990, a fianco diRobert De Niro, nella parte dello straordinario dottor Malcolm Sayer. Oppure un anno dopo, folletto degli Anni Novanta, professore di storia medievale colpito da una follia lucida, in “La Leggenda del Re Pescatore”, con una spalla del calibro di Jeff Bridges. Nel 1993, conquista grandi e piccini nel divertente ruolo di papà e colf in “Mrs. Doubtfire” e due anni dopo, con incredibili effetti speciali, è il protagonista di “Jumanji“. Nel 1996, è il mammo hollywoodiano di una storica coppia gay, nel rifacimento americano de “Il Vizietto”, dal titolo “Piume di struzzo”, a fianco dell’intransigente suocero Gene Hackman. Williams negli ultimi anni inanella una serie di ulteriori successi, tra i quali impossibile non citare “Genio Ribelle” del 1997, a fianco della giovane nuova star Matt Damon e la pellicola di genere fantasy”Al di là dei sogni”. Nel suo peregrinare di ruoli interpreta anche film di fantasia e animazione, come “Flubber” e “Uomo bicentenario” e il sentimentale-drammatico “Patch Adams”.
L’Oscar. Nel 1998 riceve un premio Oscar come Miglior attore non protagonista per il film “Will Hunting – Genio ribelle” (con Matt Damon). Tra gli altri grandi film da lui interpretati non vanno dimenticati “Hook – Capitan Uncino” (Robin Williams interpreta alla perfezione un “adulto” Peter Pan) e “L’uomo bicentenario”. Saranno oltre 60 i film interpretati nella sua carriera.
La vita privata. Sul fronte personale, a dispetto della sua amabile personalità, Robin Williams ha avuto più di un problema. Accusato prima da una donna di averla contagiata di herpes e successivamente sospettato di uso di cocaina, ha divorziato dalla moglie Valerie dopo dieci anni di matrimonio ed un figlio di nome Zachary, allorchè i giornali rivelarono una sua relazione con Marsha Graces, la baby sitter del figlio. Nel 1989 sposa Marsha, da cui ha due figli e con cui crea una propria compagnia di produzione chiamata Blue Wolf. Il 23 ottobre 2011 si sposa per la terza volta: la nuova moglie è Susan Schneider, graphic designer conosciuta nel 2009. Nonostante alcuni scandali, il suo amato pubblico gli ha sempre concesso il beneficio del dubbio tanto che Robin Williams è stato sempre una delle più amate celebrità americane. Simpatico e arguto. Ironico e travolgente, Robin Williams non poteva che avere successo nel mondo dello spettacolo. Tutt’altro che bello e aitante, l’attore ha dimostrato nel corso della sua carriera di essere straordinario nei ruoli più differenti riuscendo, il più delle volte, travolgente come una vera e propria forza della natura.
La morte. Muore improvvisamente il giorno 11 agosto 2014 all’età di 63 anni: la causa di morte è stata l’asfissia, tuttavia dalle prime ipotesi appare subito chiaro che si sia trattato di un suicidio, conseguenza di una grave stato di depressione. Il giorno seguente infatti la polizia ufficializza la notizia che Robin Williams si è suicidato impiccandosi. Il suo corpo è stato trovato nella sua casa di Tiburon (California). Robin Williams soffriva da tempo di dipendenza dall’alcol, situazione per la quale nelle settimane precedenti aveva trascorso un periodo di disintossicazione in una clinica, così come l’anno precedente.
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