15 Aprile 2017

Croce Rossa Luino: “No ai super-soccorritori e protagonismi, coordinarsi per il bene della popolazione”

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Dopo le polemiche di ieri, con il comunicato e la denuncia di alcune sigle sindacali del Vigili del Fuoco e la replica del Soccorso Alpino, oggi interviene anche la Croce Rossa di Luino che, attraverso il proprio presidente, Pierfrancesco Buchi, esprime la sua posizione invitando i soccorritori al rispetto delle persone sofferenti coinvolte, ed a comunicare con maggior professionalità e meno propaganda”.

Croce Rossa Luino: “No ai super-soccorritori e protagonismi, coordinarsi per il bene della popolazione”. Con i Vigili del Fuoco e le Forze dell’Ordine, da sempre, la Croce Rossa di Luino si coordina per un buon lavoro di squadra ed una sintonia di movimento durante i soccorsi, che va ben oltre il formalismo del protocollo provinciale congiuntamente firmato. C’è il buon senso, il rispetto dei ruoli ed il riconoscimento delle proprie specifiche competenze. Non solo con loro certo; in più occasioni la CRI Luino, infatti, ha trovato anche nel Soccorso Alpino professionalità preziose per la riuscita dei soccorsi per le “ricerche persona” disperse nelle nostre valli. Non ci appassiona estremizzare certe situazioni, né fare processi mediatici ad una o all’altra realtà di soccorso che viene attivata in questi frangenti e che magari si ritiene non abbia adempiuto in maniera corretta al proprio protocollo; ma siamo però in parte concordi con la necessità di maggiore chiarezza sollevata dai Vigili del Fuoco che tra i vari temi trattati nel loro comunicato, richiedono maggiore rispetto degli attori coinvolti in fase di soccorso, prendendo spunto da quanto accaduto a Maccagno, nell’interesse della popolazione.

“Dalle relazioni che il nostro personale CRI, intervenuto sul posto, ci ha prontamente fatto – sottolinea Pierfrancesco Buchi, presidente Croce Rossa Luino -, si evince che l’azione della Croce Rossa è stata, in questo caso specifico, fortemente limitata. Non spetta a noi stabilire se ci sono state azioni che hanno comportato dei ritardi nel soccorso o che quanto accaduto abbia compromesso la qualità dell’intervento generale. Ci sono gli organi e le sedi opportune che stabiliranno eventuali responsabilità. Abbiamo l’impressione che a volte si voglia più passare da super-soccorritori, pensando magari più a calcare la scena da protagonisti che a coordinarsi meglio con tutte le realtà di soccorso presenti sul posto. Nei contesti dove si soccorre persone infortunate, nei boschi come nelle strade, ferite o peggio magari in fin di vita, non trovo opportuno che ci sia la corsa al reportage fotografico della propria azione, anche con il rischio di compromettere il soccorso stesso o di urtare le sensibilità delle persone coinvolte”.

“Ho visto in questi giorni alcune immagini sui social network proprio dell’intervento a Maccagno – conclude Buchi -, dove, forse trasportando il ferito in barella o il materiale utile per soccorrere l’infortunato, pare ci si fermi in posa per essere fotografati. Peggio sarebbe, se come pare dalla foto, il fotografo possa essere chi è dall’altro capo della barella. Ecco questo ci deve fare riflettere. Facciamo sì squadra mentre soccorriamo i feriti o cerchiamo i dispersi nelle nostre valli, ma facciamola con una successiva comunicazione del nostro lavoro o del nostro volontariato più discreta, più rispettosa delle persone sofferenti coinvolte, meno propagandistica e più professionale”.

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