28 Agosto 2016

“Luinesi all’estero”, Chiara Tepsich in Danimarca è Marketing Manager per LEGO Star Wars

Tempo medio di lettura: 5 minuti

Oggi torna la rubrica “Luinesi all’estero”, come ogni domenica, continuando a raccontare vite, esperienze e speranze di tutti quei luinesi che hanno deciso di abbandonare l’Italia per cercare un futuro migliore. Come tanti altri concittadini, infatti, sono decine e decine i luinesi che si sono trasferiti all’estero, alcuni anche in Usa o in Australia, con l’intenzione di lavorare oppure spinti dal seguire le proprie passioni. Siamo andati a trovare Chiara Tepsich in Danimarca, dove vive stabilmente da quattro anni, ed è il Marketing Manager per LEGO Star Wars.

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Raccontaci di te… Quando sei andato via dall’Italia? Dove vivi?

La mia prima esperienza all´estero l’ho avuta all’età di 16 anni, quando tramite il Liceo di Luino sono partita per un progetto di scambio di tre mesi in Canada. Finita la Laurea Triennale a Milano, sono stata ammessa ad un programma di doppia laurea specialistica che mi ha portato 6 mesi a Madrid e 6 a Stoccolma. Dopo un anno di lavoro in Italia ho poi cominciato un cosiddetto graduate program con LEGO (sì, la fabbrica dei famosi mattoncini!). Ho trascorso 6 mesi in Danimarca, 6 a Praga e 6 ad Hong Kong, dopo il quale sono tornata in Danimarca dove vivo stabilmente da 4 anni. Insomma, vagabondo da un po’…

Quali motivi ti hanno portato a lasciare l’Italia?

Inizialmente da studentessa c’era la voglia di sentirsi cittadini del mondo, assaporare nuove culture e il fascino del diverso. Da lavoratrice invece mi sono allontanata dall’Italia perché LEGO mi offriva esattamente quello che stavo cercando in quel momento, un’esperienza completa che mi avrebbe aiutato a sperimentare diversi ambiti in azienda.

Di cosa ti occupi?

Sono Marketing Manager per LEGO Star Wars. Lavoro sulla campagna comunicazione e pubblicitaria dei vari prodotti (sia TV che digital), e a collaboriamo insieme ai designer per la creazione del portfolio prodotti di LEGO Star Wars.

Come si svolge il tuo lavoro quotidianamente?

Riunioni, riunioni, riunioni… Scherzi a parte, non c’è mai un giorno uguale all´altro! Lavoriamo a stretto contatto con la nostra agenzia pubblicitaria negli Stati Uniti, con cui collaboriamo nella creazione dei diversi materiali (pubblicità, mini-video per i nostri siti, materiale per i social media, videogiochi e tanto altro), riprese TV in studio, test con bambini, analisi di mercato, pianificazione nel lungo-medio periodo di vendita, riunioni con Lucasfilm riguardo ai film in uscita…e tanto altro. In riunione ci ritroviamo a immedesimarci in bambini di 8 anni, dibattere su personaggi di guerre stellari, provare videogiochi, sempre alla ricerca di un’esperienza creativa e imperdibile per i nostri bimbi. Lavorare nel mondo dei giocattoli è veramente affascinante e questo ambiente lavorativo mantiene quel pizzico di follia che lo rende unico.

Hai avuto esperienze lavorative in Italia? Se sì, quali differenza hai riscontrato?

Ho lavorato in Italia circa un anno e mezzo. Ho fatto 6 mesi di lavoro/tesi in Whirlpool (fuori Varese) e poi quasi un anno nell’ufficio marketing di l’Oréal Paris a Milano. Ovviamente le differenze culturali si sentono, ma io personalmente mi ritengo fortunatissima perché entrambi i miei capi sono persone con cui sono ancora in contatto e che mi hanno dato le basi e la professionalità che mi ha fatto crescere. In Danimarca le principali differenze sono la struttura aziendale, poco gerarchica e dove viene data molta responsabilità fin dal primo giorno, e la flessibilità lavorativa. Essendo una società incentrata sulla famiglia l’ufficio si svuota letteralmente alle 4 per andare a recuperare i bambini a scuola e spesso gli impiegati si riconnettono poi da casa dopo cena. Questo permette di spendere maggior tempo in famiglia e conciliare casa/lavoro in maniera ottimale. D’altra parte il legame tra colleghi è molto diverso perché le persone sentono meno il bisogno di cercare sul lavoro stretti rapporti di amicizia.

Come ti trovi nel paese in cui vivi? Ti sei integrato nella società?

Sono in Danimarca da ormai quattro anni e anche se non completamente posso dire di essermi integrata nella società. In questi anni ho scoperto varie sfumature di questo piccola ma splendida nazione. Dai nevosi inverni alle fantastiche estati di luce fino a mezzanotte, dal fascino delle fiabe di Aandersen al concetto di “hygge”, cioè il creare un´atmosfera accogliente, intima, di piccole felicità (dalla coperta sul divano con una cioccolata calda e un libro, a una cena tra amici con un bicchiere di vino). Credo che il concetto di “hygge” sia una delle più belle scoperte di questa esperienza nordica, così unico da non essere traducibile in nessun´altra lingua.

Quali difficoltà hai riscontrato?

La prima difficoltà per me è stata la lingua. Come detto mi sono trasferita a Vejle (a 2 ore da Copenhagen, nella penisola del Jutland) e arrivata in LEGO ero in un team totalmente danese. Nonostante la maggior parte delle riunioni venisse fatta in inglese, la quotidianità con i colleghi avveniva in danese e questo mi ha fatto desiderare di imparare la lingua, almeno per essere in grado di capire le basi. Stanno parlando del tempo o delle loro vacanze? Inoltre, essendomi trasferita fuori da una grande città la socializzazione con i danesi è stata abbastanza difficile all´inizio. La cultura danese è incentrata sulla famiglia per cui spesso i danesi fanno figli molto presto e ad avere una cerchia di conoscenze abbastanza ristretta. Per un nuovo arrivato questa può sembrare una barriera insormontabile. Nei miei primi 6 mesi, essendomi trasferita in inverno, ricordo tanta neve, candele e weekend a scoprire la mia nuova cittadina in solitaria. Bisogna tenere duro ed essere persistenti, il destino poi fa il suo corso. Io e Roberto (anche lui “Luinese all’estero“) abbiamo un bel gruppo di amici, quasi tutti stranieri, con cui passiamo gran parte del tempo e ora quelle serate invernali in solitaria sembrano solo un ricordo lontano.

In quali altri paesi hai vissuto? Come ti sei trovato lavorativamente parlando?

Ho vissuto in vari paesi ma lavorato solo a Praga e ad Hong Kong. Praga è stata forse l’esperienza più difficile perché il livello di inglese era abbastanza limitato ed ero l’unica straniera di tutto il reparto (formato da ingegneri maschi cechi – insomma un bello shock culturale sia per me che per loro!) e in Repubblica Ceca la gerarchia aziendale si sente ancora di più. Hong Kong è stata un´esperienza sensazionale anche perché così lontana da tutto ciò che mi era familiare. L´ufficio LEGO è però una realtà molto “occidentale” ad Hong Kong, che non è probabilmente veramente rappresentativa delle condizioni lavorative per i locali.

Ti manca qualcosa dell’Italia? Cosa?

Emigrare è sempre uno strappo e quello più difficile da curare a distanza sono gli affetti. Per fortuna la tecnologia aiuta la nostalgia di casa anche se la famiglia e gli amici cari li si vorrebbe sempre vicini. La distanza però fa realizzare quali sono le relazioni vere, quelle per cui un migliaio di chilometri non conta nulla, ed è stato anche quello un modo per crescere e apprezzare gli amici veri. E poi l’Italia è tante cose – il caffè la mattina, la commessa che ti chiama “tesoro”, gli sconosciuti che attaccano bottone, la primavera che scalda la pelle, il profumo nell’aria, i pomodori buoni, il vociare continuo, i colori accesi, la confusione, l´arte ovunque, il colore del lago… Chi come me ha vissuto per anni con la valigia in mano fa presto a prendere un volo per combattere la nostalgia canaglia, l´Italia è un paese splendido di cui mi rinnamoro ogni volta che torno.

E invece, che progetti hai per il futuro?

Cinque anni fa non avrei mai detto che sarei rimasta così a lungo in Danimarca… eppure eccomi qui! Ho imparato a non fare programmi…

Pensi che un giorno tornerai in Italia?

Non so quando, ma si credo che un giorno torneremo in Italia.

Dopo quelle a Marco ZanattaNicholas VecchiettiSilvia CamboniAlice GambatoFabio SaiMatteo Lattuada, Luciano AmadeiAntonio BuccinnàPatrizia DelleaFabiana SalaGiorgia ParodiEmanuele MaranoWilmer TurconiRoberto ZanaldiSerena FortunaMichel AndreettiGiuseppe ScaleseFrancesca SaiIros BarozziRosita CordascoFederico FolciaAlessio BadialiMarco ChiminiMark Masneri e Maria Giovanna Folci questa è la ventiseiesima testimonianza della rubrica “Luinese all’estero”. Nelle prossime settimane continueranno le interviste ad altri luinesi che vivono e lavorano tra Europa, America, Africa, Asia e Australia.

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