22 Aprile 2016

Pellicini sui migranti a Colmegna: “Non è possibile che questi accordi vengano fatti senza autorizzazione del Comune”

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E’ una dura presa di posizione quella del primo cittadino di Luino, dopo la notizia pubblicata stamane dal quotidiano “La Prealpina” che annunciava l’arrivo di dieci migranti a Colmegna, presso l’ex Casa Famiglia. L’accoglienza verrà gestita dalla cooperativa Agrisol, per mano della Caritas di Como. Pellicini: “Non è possibile che questi accordi vengano fatti senza che la legge preveda l’autorizzazione da parte del comune di competenza”. Mi auguro che la politica di questo Paese possa rapidamente mutare corso”.

Il sindaco di Luino, Andrea Pellicini

Il sindaco di Luino, Andrea Pellicini

Pellicini sui migranti a Colmegna: “Non è possibile che questi accordi vengano fatti senza autorizzazione del Comune”. “Il business che si sta creando sui rifugiati a spese dello Stato è davvero uno scandalo”, così commenta il sindaco Andrea Pellicini la notizia dell’arrivo a Colmegna, presso la ex Casa Famiglia, di dieci profughi. “Se consideriamo che il rimborso giornaliero per ogni profugo varia dai 33 ai 35 euro, possiamo ben comprendere il giro d’affari che l’operazione nel suo complesso crea. Soltanto la struttura di Colmegna beneficerà di un rimborso dallo Stato di oltre 100mila euro all’anno ed è quindi del tutto evidente il vantaggio economico derivante dall’acquisto dell’immobile dell’ex Casa Famiglia, investimento che si pagherà da solo in brevissimo tempo. Portare i rifugiati in Italia è, quindi, per qualcuno un affare. In questa situazione, fanno la parte del leone le diverse associazioni del privato sociale, attivissime nel recuperare ovunque immobili per la gestione del massimo numero di profughi. A rimborsare il costo di tutto ciò siamo noi e cioè lo Stato italiano che, a sua volta, non ha più un soldo per i nostri poveri, lasciati senza abitazioni e spesso senza alcuna risorsa per vivere. Questa politica assurda ci sta dissanguando economicamente e finirà per creare danni irreparabili in campo sociale. Con ciò non vuol dire che non si debba affrontare l’emergenza umanitaria. Il Comune di Luino, raccogliendo l’invito del Prefetto di Varese, ha fatto la sua parte, accogliendo sei profughi; bisogna però prestare particolare attenzione all’enorme business gestito dal privato sociale. Ciò per evitare che arrivino in Italia e anche a Luino molti più profughi del dovuto per il semplice fatto che ognuno di loro ha un determinato valore economico. Non è poi possibile che questi accordi vengano fatti senza che la legge preveda l’autorizzazione da parte del comune di competenza – conclude Pellicini -. Mi auguro che la politica di questo Paese possa rapidamente mutare corso”.

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