11 Ottobre 2015

“Psiche, media e social network”: quali dinamiche incidono sulla propria personalità tra mondo virtuale e reale?

Tempo medio di lettura: 3 minuti

Sesto appuntamento con “Psiche, media e social network”, un viaggio nel mondo della psicologia che continua a spiegare, grazie alle risposte della psicologa e psicoterapeuta, dottoressa Alessia Saccucci, alcune dinamiche riguardanti la psiche umana. Il riferimento va a quello che accade nel mondo, all’uso dei Social Network e, soprattutto, alla loro reazione/interazione.

La dottoressa, psicologa e psicoterapeuta, Alessia Saccucci

La dottoressa, psicologa e psicoterapeuta, Alessia Saccucci

Il mondo virtuale ed i social network hanno inciso nella creazione di diverse tipologie di comportamento nelle persone, tra la vita reale e la vita davanti al computer. Sempre più spesso, infatti, i rapporti, a causa (ndr, o grazie) all’uso dei social network mutano. Oggi la dottoressa Saccucci spiega il rapporto tra la personalità virtuale di una persona e quella reale in riferimento ai comportamenti sui social.

Quali sono le dinamiche che causano, o permettono, la creazione di una personalità “parallela” sui Social rispetto alla realtà? Foto che mirano a raccontare la propria vita privata, post con pensieri personali… Cosa ne pensa?

Innanzitutto più che di personalità “parallela” la definirei una personalità che non mostra tutta la realtà, ma solo una personalità “selezionata”. La quasi totalità delle persone che utilizza i Social Network tende a mostrare, nel proprio profilo, gli aspetti più “positivi” di sé. Con questo non intendo dire che la maggior parte delle persone mostri un “falso sé”, ma che tenda a mostrare principalmente quelle parti della propria vita che lo fanno sentire bene e “di valore”.

Gli studi hanno dimostrato che le persone non tendono a mostrare un sé “idealizzato”, sembrano anzi in alcuni casi essere più disposte a mostrarsi in modo più “sincero”, ma sempre muovendosi selezionando ciò che, tra quello che fa parte di sé stessi, si ritiene più “apprezzato”. In alcuni casi, la distanza per certi versi “protettiva” che la tecnologia mette fra gli individui permette ad alcune persone di esprimersi in maniera più schietta e diretta, cosa che invece potrebbero non riuscire a fare nei loro rapporti “reali”.

Le persone assumono un ruolo centrale nella definizione e condivisione della propria identità sociale, cercando di controllare l’impressione che generano negli altri per assumere un valore sociale positivo. In generale tendiamo ad accentuare o nascondere alcuni aspetti del nostro sé a seconda del contesto e della situazione, esibendo quelle parti di noi che possano essere maggiormente accettate nel contesto di riferimento. Questo aspetto si interseca con la tendenza a condividere maggiormente quel tipo di situazioni che ci hanno suscitato rabbia o divertimento rispetto a quelle relative alla nostra tristezza.

Un aspetto interessante è che i Social Network, e l’uso che ne facciamo, sembra possano influenzare la nostra autostima. In un curioso esperimento, ad esempio, i ricercatori hanno suddiviso i partecipanti in tre gruppi: il primo veniva posto di fronte ad uno schermo spento, il secondo di fronte ad uno specchio, il terzo di fronte al proprio profilo Facebook. Successivamente hanno somministrato un test per valutare la propria autostima: ciò che hanno osservato è stato che soltanto i soggetti del terzo gruppo mostravano un incremento della stima di sé. La spiegazione che i ricercatori hanno dato è per l’appunto correlata al fatto che su Facebook le persone osservavano (e quindi in qualche modo rivivevano) un’immagine positiva di sé. D’altra parte altri studiosi ritengono che tale condizione di “selezione” delle parti di sé possa minare inconsapevolmente l’autostima, in quanto creerebbe una sorta di filtro psicologico attraverso cui mostrarsi agli altri, in modo poco autentico.

La mia interpretazione di questi risultati è che, nel breve periodo, ricordare e notare solo le cose piacevoli della nostra vita possa avere un effetto positivo, ma nel lungo periodo sentire che ci sono aspetti di noi stessi che non vogliamo mostrare e che temiamo gli altri possano non accettare, ci causa invece malessere.
Il fenomeno comunque risulta essere molto complesso ed ancora in fase di studio. Ad esempio altre recenti ricerche hanno evidenziato che quanto condiviso nel proprio profilo è a sua volta influenzato da ciò che le persone osservano nel proprio News Feed (in cui compaiono i post dei nostri contatti). I ricercatori hanno dimostrato che in presenza di una significativa riduzione di contenuti positivi nel proprio News Feed, le persone rispondono con un numero maggiore di post negativi. Si osserva invece una reazione diametralmente opposta se esposti ad un numero maggiore di notizie positive pubblicate dai propri contatti.

Psicologa e Psicoterapeuta, la dottoressa Alessia Saccucci (cliccare qui per consultare il sito) lavora come libera professionista a Luino, in provincia di Varese. Dopo aver conseguito la Laurea in Psicologia ad indirizzo Riabilitativo ha ottenuto la Laurea Specialistica in Psicologia, indirizzo Clinico-Dinamico, presso l’Università degli Studi di Pavia. Ha in seguito concluso una formazione quadriennale in Psicoterapia Cognitivo-Costruttivista presso il Centro Terapia Cognitiva di Como, specializzandosi con il massimo dei voti e lode. Numerosi i corsi frequentati, maturando sia esperienza clinica che esperienza come educatrice.

Per approfondire:

  1. Le notizie di cronaca nera come incidono a livello psicologico nell’interesse delle persone?
  2. “Psiche, media e social network”: Le notizie su omicidi e morti sono quelle più lette. Perchè?
  3. “Psiche, media e social network”: i commenti e il rispetto dell’altro su Facebook
  4. “Psiche, media e social network”: cos’è cambiato nei comportamenti e nelle relazioni tra le persone con l’arrivo di Facebook?
  5. “Psiche, media e social network”: quali i rischi per i giovani utenti?

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