Curiglia con Monteviasco | 14 Dicembre 2020

Il Natale e i carabinieri abbracciano il borgo di Monteviasco

Ieri i militari dell’Arma, con il colonnello Piasentin, il capitano Volpini e il comandante Paolocci, sono saliti al borgo per un momento di festa con i residenti

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Il tragico incidente del novembre 2018 con la morte di Silvano Dellea e la funivia ferma da allora, poi l’epidemia di coronavirus che non è arrivata direttamente fin quassù, ma ha comunque fatto sentire i suoi effetti: il piccolo borgo di Monteviasco, arroccato sui monti della Veddasca, non intende certo arrendersi all’isolamento e si prepara a festeggiare il Natale.

Come lo scorso anno, nella giornata di ieri – domenica 13 dicembre – un piccolo gruppo di carabinieri della Compagnia di Luino guidato dal capitano Alessandro Volpini e dal comandante della stazione di Dumenza, Giampaolo Paolocci, e accompagnato dal nuovo comandante provinciale, il colonnello Gianluca Piasentin, è salito dalla frazione curigliese di Piero percorrendo l’ormai nota mulattiera. La neve l’ha resa ancora più suggestiva, ma anche più difficile da affrontare, tant’è che uno degli operatori televisivi ha accusato un malore e si è reso necessario l’intervento dell’elisoccorso, che lo ha trasportato a Legnano in codice giallo.

Giunti in paese, i militari dell’Arma e qualche altra persona che ha deciso di approfittare della riacquistata possibilità di spostarsi anche dai paesi limitrofi e di percorrere, dunque, i millequattrocento gradini verso Monteviasco, hanno partecipato alla messa celebrata dal cappellano militare – padre Cesare – nella chiesa dei santi Martino e Barnaba insieme ai sette residenti del borgo. Presente anche una rappresentanza della sezione luinese dell’Associazione Nazionale Carabinieri, i cui volontari si sono adoperati nelle scorse settimane a supporto degli abitanti di Curiglia, a loro volta isolati a causa dello smottamento che in estate ha interrotto la SP6.

Come è ormai consuetudine, i carabinieri hanno portato sulle loro spalle nuovi approvvigionamenti e panettoni per far sì che gli abitanti, isolati lassù da poco più di due anni, possano festeggiare anche il Natale. Ma, oltre ai “rifornimenti materiali”, quello che i militari non fanno mai mancare ai montini è una presenza discreta, ma costante, capace di non farli sentire mai abbandonati a se stessi nonostante le molte difficoltà che in questi mesi si sono sommate l’una all’altra. La speranza è che il 2021 possa essere l’anno buono per la ripartenza della funivia e la rinascita del piccolo borgo che domina dall’alto tutta la valle.

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