Varese | 6 Novembre 2020

Confartigianato Imprese: “Varese può diventare hub di riferimento per mobilità avanzata e sostenibilità”

Esposti i risultati dello studio congiunto con The European House-Ambrosetti. Galli: "Costruire un futuro per il territorio e plasmare una nuova generazione di imprese"

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Mobilitare investimenti concreti, allineare il sistema formativo alle nuove esigenze del sistema produttivo e dei servizi e coinvolgere in un percorso di sinergie produttive le grandi aziende del settore insieme alle micro, piccole e medie imprese sia nell’evoluzione della filiera sia nella ricerca e nello sviluppo: sono questi i pilastri del progetto importante e ambizioso presentato mercoledì 4 novembre durante l’evento in live streaming “Un nuovo hub della mobilità avanzata: il driver dello sviluppo è la sostenibilità” promosso da Confartigianato Imprese Varese con il prezioso supporto di The European House-Ambrosetti a conclusione di un percorso avviato nel marzo 2019 con lo studio “La Provincia di Varese – Scenari di futuro”.

La sfida della mobilità avanzata come modalità per rilanciare il territorio dal punto di vista produttivo è, per il presidente di Confartigianato Imprese Varese Davide Galli, un punto di partenza non di arrivo: “Con la prima analisi abbiamo fotografato la situazione, individuato gli elementi di criticità e delineato uno scenario di sviluppo. Oggi mettiamo un mattone per costruire un futuro per questo territorio e per plasmare una nuova generazione di imprese, qualcuna da creare ex novo e altre da riorganizzare o da rigenerare nell’ottica della sostenibilità”.

Il mattone c’è, e si è scelto di condividerlo con le imprese e gli stakeholder – della provincia di Varese e non solo – affinché si creassero reti di collaborazione nuove e fondamentali per avviare un processo che non possiamo circoscrivere al nostro territorio ma che ci proietta in una dimensione extra regionale, che si snoda dall’area metropolitana di Milano e quella di Torino”. L’idea, infatti, è quella di candidare Varese come baricentro di un cluster lombardo-piemontese, con un bacino di utenza che comprende tutte le province intorno ad essa e territori che vanno “da monte a valle”. Le analisi effettuate dal think tank The House-Ambrosetti – presentate dal Ceo Valerio de Molli e dal Partner e Responsabile Scenari e Intelligence Lorenzo Tavazzi – infatti, hanno evidenziato all’interno di tale cluster la presenza di più di 2000 aziende potenzialmente coinvolgibili nel progetto della mobilità avanzata, con forti possibilità di crescita in particolare nei tre macrosettori della manifattura, dell’utilizzo-post vendita e della rete dei carburanti alternativi.

Se lo scenario pre-Covid disegnava già un peggioramento nell’economia provinciale, con la riduzione del numero di imprese attive ogni 1000 abitanti, l’impatto della pandemia sulle imprese varesine dovrebbe portare a una contrazione del PIL intorno al -12,3%, con una riduzione del fatturato fra il -20% e il -32%, il che potrebbe avere come conseguenza anche un taglio degli investimenti.

Dai sondaggi con le imprese artigiane del territorio sono comunque emerse come priorità per il prossimo futuro la promozione delle aziende, l’innovazione tecnologica e la sostenibilità dei processi produttivi e la formazione del personale. Nell’ambito della sostenibilità dei processi, la maggioranza delle imprese interpellate ha riconosciuto che intervenire in tal senso può ridurre i costi e aumentare l’efficienza oltre a migliorare le performance e ad accrescere la reputazione.

La mobilità sostenibile è la dimostrazione plastica del valore delle filiere: se non se ne costruiscono di solide e interconnesse, viene interrotto il flusso produttivo e si inchioda lo sviluppo. Facciamo attenzione ai passi falsi – è il monito di Galli – Con questo studio dimostriamo che i margini per far virare parte della manifattura e dei servizi su uno scenario produttivo nuovo è possibile, ma servono investimenti nella catena del valore e uno sguardo ben puntato sull’evoluzione dei mercati internazionali (si pensi alla fusione Fca-Psa)”.

“In questo periodo di grandi transizioni produttive e digitali dovremo abituarci a ragionare da startup, nel senso che sarà necessario cambiare di più e più velocemente, adeguarci al cambiamento, ripensare più volte noi stessi e l’essenza delle nostre produzioni: prendiamo questo trend come una delle tante sfide accelerate dall’emergenza Covid e facciamo in modo di creare un contesto favorevole a questi processi“.

Per farlo realmente, ciò che occorre, per Galli così come per De Molli e Tavazzi, è un sistema educativo e formativo rapido nell’adeguarsi ai bisogni e infrastrutture efficienti per il trasferimento tecnologico. Partendo dalla formazione nelle scuole secondarie per poi arrivare alle università e agli ITS e ai centri di ricerca come il JRC di Ispra, si può andare a creare tutta quella serie di conoscenze essenziali necessarie a creare le nuove figure da inserire in questo settore della mobilità 4.0, investendo anche nell’upskill e nel reskill del personale.

La popolazione degli imprenditori sta invecchiando: dobbiamo ringiovanirla, non solo nel senso anagrafico ma anche sotto il profilo della vocazione, per non ridurre la fascia del benessere ed escludervi per l’ennesima volta i giovani. Il periodo Covid ci pone di fronte a grandi, enormi, responsabilità e non solo nel ‘qui e ora’. Quando potremo ricominciare a pensare il futuro, sarà tardi per costruirne uno davvero performante“.

Se 7 aziende su 10 vedono l’inserirsi nella filiera della mobilità avanzata come un valore strategico e un’opportunità di crescita e addirittura 1 su 2 lo ritiene una forte possibilità di uscita dalla crisi che caratterizza la provincia di Varese, la metà delle imprese in realtà non si è ancora attivata per tale inserimento. Ciò è dovuto principalmente alla percezione di un’impreparazione consistente su ciò che occorre fare, su ciò che serve per rigenerarsi e modificare i propri paradigmi, ma anche al sentire il territorio come poco proattivo, poco disposto ad accompagnarle in questo processo. Ecco perché, come ha sottolineato Tavazzi, c’è bisogno di supporto, risorse, informazioni e formazione e investimenti in marketing territoriale, spingendo verso un’evoluzione dei modelli di business oramai estremamente necessaria.

A tale scopo non può certamente mancare una collaborazione non solo da parte di enti pubblici o privati, ma anche delle istituzioni, dalle quali il presidente Galli si aspetta “una reattività di livello alto da un territorio che ha l’ambizione di riconquistare terreno competitivo. Senza collaborazione si sappia che finiremo tutti a gambe all’aria. E chi oggi si sente escluso da percorsi di proattività finirà per ritrovarsi per un pugno di macerie economiche e di competenze nelle mani“.

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