Il weekend di paura per l’ondata di maltempo che è tornata a colpire l’alto Varesotto – dopo il nubifragio di inizio giugno – si è chiuso, ma è ancora la preoccupazione a pesare sullo scenario, profondamente danneggiato soprattutto dal punto di vista viabilistico, tra Veddasca e Curiglia con Monteviasco.
Nel paese amministrato dal sindaco Fabio Passera sono ore di ansia ed apprensione per il destino di Andrea Galimberti, il 38enne originario di Oltrona San Mamete, nel Comasco, scomparso venerdì mattina mentre era in cerca di funghi, assieme ad un amico, quando il torrente Molinera – in zona lago Delio – ha invaso i boschi travolgendo tutto. Le ricerche, sospese ieri al calar del sole, riprenderanno nella mattinata di oggi e tutti gli operatori coinvolti sperano di poter arrivare nel minor tempo possibile presso l’area della scomparsa. Ma per fare ciò occorre che il livello del torrente si abbassi, rendendo ispezionabili gli anfratti.
A Biegno sono state evacuate due case e molte altre sono state raggiunte dal fango che ha ricoperto strade e vie, oltre ad aver causato frane e smottamenti, mentre a Cadero i detriti trasportati dalla corrente sono arrivati fino al cimitero locale, ricoprendo le lapidi. La SP5 che da Maccagno sale per tutta la valle è stata ripristinata ma il collegamento con la Svizzera, attraverso la valle, resta al momento ancora bloccato.
“Domani (oggi, ndr) comincerà la conta dei danni, che sono ingentissimi – ha fatto sapere il primo cittadino di Maccagno, Fabio Passera, tramite Facebook, a conclusione di una giornata lunga e difficilissima -. Non è nemmeno una questione di soldi, considerando quanti ne serviranno. Da reperire dove, non lo sappiamo. Ma ci penseremo. Chiedo a tutti di avere pazienza perché non abbiamo la bacchetta magica e perché stiamo parlando di interventi tecnicamente complessi e ingegneristicamente delicati. Proveremo ad arrivare ovunque e ci metteremo il tempo che sarà necessario”.
Per un altro primo cittadino e per la sua intera comunità, è iniziata la settimana più difficile dal novembre 2018, quando la tragedia presso la funivia, che causò la morte di Silvano Dellea e il conseguente blocco dell’impianto di risalita, portò all’isolamento di Monteviasco e a quella morsa che ancora oggi non consente al borgo di respirare in autonomia. Il sindaco di Curiglia, Nora Sahnane, ne è consapevole da quando, tra venerdì e sabato, la pioggia battente e i fiumi di fango hanno fatto saltare i collegamenti lungo la strada provinciale 6, producendo un secondo drammatico isolamento e obbligando l’amministrazione a vietare l’utilizzo delle strade boschive, altamente pericolose, e della stessa SP6 a livello pedonale, per entrare e uscire dal paese.
Pratica, quest’ultima, che al momento rappresenta la principale criticità, soprattutto per quanto concerne gli spostamenti lavorativi e la consegna di medicinali. Allo stato attuale si sta studiando la possibilità di aprire un varco pedonale, mentre i geologi sono al lavoro per valutare l’installazione di un “ponte Bailey”, struttura in ferro che nel giro di poche ore garantirebbe una via di transito.
“Stiamo impiegando tutte le nostre forze per riuscire a garantire l’assistenza sanitaria, l’approvvigionamento di beni di prima necessità e per risolvere in breve tempo il problema del recupero dei rifiuti – conferma Nora Sahanane -, il tutto senza dimenticare il fatto che le persone bloccate qui, non possono recarsi al lavoro. E questo dopo il periodo di chiusura per il Covid, appena superato, è difficile da accettare“.
Intanto gli operatori del 118 vigilano sul borgo con un’assistenza h24, garantita anche grazie al supporto dell’elisoccorso. A Dumenza è stato istituito il centro operativo comunale, per la conta dei danni, e per oggi è atteso il vertice in video conferenza tra Comune, enti locali e Prefettura.
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