Luino | 13 Febbraio 2018

Elezioni: l’intervista a Stefano Catone (LeU), candidato alla Camera dei Deputati

Il candidato LeU: "Continueremo a girare ed incontrare tante persone, anche una ad una, ascoltarle, prendere appunti e trovare casi buoni da replicare"

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Continua la campagna elettorale in vista dell’election day per le politiche e le regionali anche sul territorio della provincia di Varese. Dopo la scissione con il Pd e la costituzione di un nuovo partito, anche “Liberi e Uguali”, guidato da Pietro Grasso, ex presidente del Senato della Repubblica, sta incontrando i cittadini, le realtà imprenditoriali-artigianali e le associazioni, come avvenuto sabato scorso.

Alcuni candidati di LeU, infatti, hanno fatto visita a Marchirolo, Germignaga e Luino, incontrando tante persone. Si sono confrontati a lungo con le realtà innovative e sostenibili di “Adotta una centrale”, del “GIM”, di Equostop e de “La Banca del Tempo”. Questa, così, è stata occasione per intervistare Stefano Catone, candidato alla Camera dei Deputati per Liberi e Uguali. Ecco quello che ci ha raccontato.

Come sta andando la campagna elettorale in provincia di Varese?

Sta andando molto bene, stiamo incontrando tante realtà del territorio. Abbiamo scelto di fare una campagna casa per casa, più che grandi eventi: siamo noi ad andare a trovare gli elettori e le cose interessanti. Sono stato a Castellanza da “Parallelo”, una sperimentazione bellissima. Si tratta di ragazzi under 30 che hanno aperto un luogo sequestrato alla mafia e lo usano per fare corsi soprattutto destinati ai richiedenti asilo e rifugiati. Però lì dentro trovano spazio anche giovani italiani che apprendono qualcosa in più, che possono scambiare esperienze. È qualcosa di innovativo, una sorta di coworking, ma con anche un taglio sociale.

Quali sono le criticità emerse in questi giorni di giri in generale?

Tanti i giovani che mi chiedono come fare per dare continuità e stabilità al loro futuro. Troppi i timori per la precarietà che stanno vivendo. Ad esempio, i ragazzi di “Parallelo” hanno avuto il coraggio di fare impresa in una maniera innovativa, però allo stesso tempo si fanno queste domande. Qual è la strategia per far sì che questa sperimentazione diventi a tutti gli effetti una realtà consolidata? Questo è il grande tema, soprattutto per quelli della nostra età. Avere una prospettava, una stabilità, avere delle garanzie sul futuro, costruirsi una famiglia, non è più così semplice come una volta.

Qual è stato il tuo percorso politico per arrivare a LeU?

In realtà ho iniziato poco più di 10 anni fa ad interessarmi delle cose del mio comune (Solbiate Olona, ndr), in particolare per le condizioni del fiume Olona. Mi presentavo banalmente come spettatore ai consigli comunali e cercavo di capire quali erano le scelte dell’amministrazione. Nello stesso periodo nasceva il Partito Democratico (2007) e tutto è iniziato da lì, con un impegno locale che prosegue tuttora. Infatti sono consigliere comunale a Solbiate dal 2014. C’è una passione politica che è molto legata al territorio. Cinque anni fa mi è capitato di realizzare alcuni video del fiume Olona con la schiuma e anche adesso, andando in valle a correre sulla ciclopedonale, vedo ancora l’Olona con la schiuma. È una cosa che non si può vedere, le cose non cambiano mai. Mi candido anche per questo, per cercare di risolvere i problemi. Non sono di quelli del “se domani vengo eletto…”, non esiste la bacchetta magica. Ci vuole concretezza. Sono sicuramente cose complesse, ma bisogna metterci la volontà politica. 

Cosa ne pensi di questa scissione con il Pd per provare un percorso da soli? Dove vi porterà secondo te?

Io sono uscito dal Partito Democratico ormai quasi tre anni fa. Era il periodo del Jobs Act, della Buona Scuola e dello Sblocca Italia, in cui si affacciava la riforma costituzionale, che era già tratteggiata nei suoi tratti fondamentali. Banalmente contro Matteo Renzi non ho nulla, ma sono all’opposto di politiche di destra chiunque le proponga. Secondo me il Jobs Act, la Buona Scuola, lo Sblocca Italia e la riforma costituzionale andavano in una direzione politica che non condividevo per nulla. Non si tratta di spostare solo i soprammobili, ma la casa intera, ed io non mi ci sono ritrovato più. Molto semplicemente, senza nessun astio o rancore, solo una “non condivisione” delle scelte politiche. 

A parte il contenuto della proposta politica del Pd, rispetto a voi e al passato, c’è anche una diversa impostazione partitica. Condividi?

C’era stato il passaggio brutto da punto di vista sia politico che istituzionale, tra il governo Letta e il governo Renzi. Letta che viene dimissionato dalla direzione nazionale del PD, con un candidato già lanciato a fare il Presidente del Consiglio, che in realtà era il Segretario nazionale. Tutto il contrario di tutto, una scelta contraddittoria in tutti i termini. Sembra di parlare un’era geologica fa, ma Letta si proponeva di fare un check dopo un anno di governo (e già non eravamo convinti), Renzi addirittura rilanciava dicendo che il patto con Berlusconi era di legislatura. Una cosa inconcepibile.

Ma anche al vostro interno ci sono delle figure che hanno fatto la storia del PD. Mi viene in mente uno su tutti, D’Alema. Una figura molto discussa storicamente. In questo senso, quanto inciderà il fatto di continuare a farvi la lotta tra di voi, lasciando campo libero al centrodestra e al M5S?

In realtà la scelta di discontinuità rispetto al Partito Democratico è assolutamente necessaria per le questioni che dicevamo prima. Arrivati ad un certo punto con certe politiche non mi sentivo più a “casa” e se non ci si sente più a casa propria politicamente è meglio fare una scelta di coerenza. Sicuramente i percorso di Liberi e Uguali non è stato semplice, ci sono persone che arrivano da esperienze diverse (io sono iscritto a “Possibile”) e c’è chi non ha mai militato nel PD (come Sinistra Italiana). Il tentativo che si fa ora – e che io credo sia riuscito – è quello di convergere su un unico simbolo ed un unico programma elettorale. Mentre le altre forze si presentano molto spesso in coalizione, le quali sono contraddittorie le une con le altre. Negli scorsi giorni in un confronto a Gavirate ci sono degli smarcamenti nel centrodestra che sono molto, ma molto indicativi. C’è chi è europeista e chi antieuropeista, quello per cui la Flat Tax è al 15, quello al 23, quello che è per la progressività. Lo stesso vale per lo schieramento di centrosinistra: nella stessa coalizione, ma in liste diverse, si candidano Minniti e Bonino. Sui migranti hanno posizioni opposte. Noi abbiamo fatto la scelta di scrivere un solo programma, di presentare un solo simbolo e di tenere quello come riferimento.

Da un punto di visto pragmatico, questa legge elettorale vi penalizzerà o indebolirà altri partiti?

Secondo me il punto è questo: il sistema elettorale è proporzionale, di conseguenza ogni elettore è libero di scegliere il partito o la persona che lo rappresenta di più. Non c’è il calcolo del voto utile, il sistema è proporzionale ed in base alle espressioni di voto si crea la rappresentanza parlamentare. In questo senso, quindi, la scelta di Liberi e Uguali non va ad indebolire nessuno, ma rappresenta chi si rispecchia di più nella nostra proposta. Più saremo forti in Parlamento, più le nostre posizioni saranno rappresentate, più avremo forza per portarle avanti. I calcoli sulle alleanze e le formazioni del governo, invece, si faranno successivamente, sulla base della composizione parlamentare.

Ma nella vostra campagna elettorale a quale cittadini e realtà vi state rivolgendo? Chi state incontrando?

Non ci rivolgiamo solo agli ex elettori del Partito Democratico. Abbiamo incontrato persone che ci dicevano “Nessuno è venuto qui ad ascoltarci, sono anni che la politica nazionale latita da queste parti”. Allo stesso tempo su questi temi, in particolare dell’energia, gli unici interessati sono stati i 5 Stelle. È una cosa che diciamo da anni ed anni, ma se arrivano i 5 Stelle ti portano via quei voti lì. Io con i 5 Stelle non sono per nulla d’accordo in tante cose e penso che ci sono tanti elettori che sono nella mia stessa condizione. Sull’ambiente e sull’energia sono d’accordo, ma sui migranti e sul lavoro sono d’accordo molto più con noi. Credo che il nostro voto sia abbastanza trasversale, non ci sono solo gli ex PD o ex 5 Stelle che non li voteranno più, ma anche chi non andava più a votare e ora trova in noi un po’ più di rappresentanza. Proprio perché il sistema è proporzionale, il voto è quello che rappresenta di più.

Quali sono gli obiettivi di questa settimana e come ti vedi dopo il 5 marzo?

In queste settimane continuiamo a fare la campagna come la stiamo facendo in questi giorni. Vedi che sono scortato, siamo in tanti a girare. Continueremo a girare tanto ed incontrare tante persone, anche una ad uno, ascoltarle, prendere appunti, farsi idee, trovare casi buoni da replicare. Dopo il 5 marzo vediamo qual è l’esito delle elezioni. Non mi sbilancio né sui sondaggi, né su nulla. Facciamo la campagna, anche divertendoci, e poi vediamo qual è il responso che daranno i cittadini, che è poi quello che conta.

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