Luino | 23 Gennaio 2018

Luino, un incontro per scoprire il rapporto tra “scienza e democrazia”

Protagonisti dell'incontro di venerdì 26 gennaio, presso la Biblioteca Civica di Luino, i due relatori Valerio Crugnola e Mario Agostinelli

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L’Osservatorio Felice Cavallotti nei suoi incontri preliminari ha ritenuto prioritario, doversi concentrare sul rapporto tra “scienza e democrazia” e ha deciso di farlo facendosi coinvolgere dalle riflessioni incrociate di Valerio Crugnola e Mario Agostinelli. I due relatori discuteranno del significato politico e sugli strumenti della democrazia, partendo da due “differenti” ambienti solo apparentemente distanti: il pensiero filosofico con Socrate, Platone e Aristotele e la fisica teorica, disciplina in grado di aprire nuovi mondi interpretativi adatti ad “interrogare” qualità sensibili capaci di dialogare, “rappresentandole”, probabili trasformazioni sociali.

Il tutto attraverso due incontri che avranno luogo presso la Biblioteca civica di Luino nella serata di venerdì 26 gennaio alle ore 20.45: “Sapere e politica nel mondo classico: Socrate, Platone e Aristotele” e “Il mondo ai tempi dei quanti”. La serata si svolgerà rispondendo ad una serie di domande. Cosa ci sta dicendo la scienza, e in modo particolare la fisica, negli ultimi cento anni che può interessare e condizionare il nostro vivere quotidiano parlandoci dell’importanza determinante dell’osservatore e della doppia relazione tra l’osservazione macro e quella micro del mondo? Sin dall’antichità cosa avevano intuito di questo processo dell’osservazione i tre padri del pensiero filosofico?

Le idee della globalizzazione e della quotidianità sono ambiti intrecciati di uno stesso mondo che sembrano però seguire leggi distinte: uno, quello macro della fisica meccanica legata al principio della causalità -tempo storico, l’altro quello micro della fisica quantistica legata al principio della indeterminazione assomigliante ad una esperienza caotica dove il tempo da universale/storico diventa espressione di una danza “incerta” e “debole” (tempo relativo/individuale) isolata nel “qui e ora” dell’opinione.

Questa esperienza di sdoppiamento, possibile anche in una esperienza più vicina tra un amministrazione comunale e i suoi cittadini, rende la comprensione della realtà sempre più complessa e sottoposta ad intermittenti e differenti livelli qualitativi di interpretazione che andrebbero probabilmente ricompresi e ripensati all’interno di una volontà di sintesi collettiva. Sintesi che a sua volta permetterebbe di assegnare un giudizio di valore alla efficacia e alla utilità degli strumenti applicati. Nell’incontro proposto sarà possibile osservare come dei cambiamenti di pensiero filosofico e fisico siano riusciti, nel trascorrere degli anni, ad indicare e indirizzare verso nuove e possibili aperture comportamentali, facendo affrontare, politicamente e umanamente, alcune tendenze ancora in atto di perfezionamento causale e sincroniche come la “democratizzazione della società” e la “velocizzazione del quotidiano” imposto dalla alleanza tra il capitale e la tecnica.

La domanda che attraverserà la serata sarà dunque: in queste scientifiche e filosofiche suggestioni “contemporanee”  si riesce ancora ad intravedere e ritrovare quel riequilibrio necessario capace di affrontare questo, apparentemente insuperabile, ostacolo tra grande e piccolo? Quali possibilità e probabilità ci vengono suggerite in modo da poter custodire le sensibilità rigenerative e relazionali dei molteplici saperi territoriali?

Dunque due ambiti della storia contemporanea: quello della globalizzazione e quello del quotidiano. Due forme d’ambito troppo spesso distanti e conflittuali che, nonostante la loro apparente contraddizione, sono sempre risultate essere connesse e dunque necessarie al fine di elaborare soluzioni di comprensione, conoscenza e di coscienza civile. Un conflitto oggi più che mai aperto che sembra voler richiedere una predisposizione ed una volontà a voler abbandonare vecchi sentieri per elaborare nuove forme creative di conoscenza e convivenza. Nuovi principi legati a pensieri dialogici di connessione e relazione, oltre che a strumenti di armonizzazione individuabili all’interno di nuove forme comportamentali di relazione politica. Forme deliberative che aiutano a stimolare la creatività sociale, oltre che la ricerca di progetti condivisibili supportati da una differente visione e applicazione della partecipazione attiva alla vita politica.

Una cosa sembra ormai al centro della questione: la Democrazia, il pensiero democratico si sta trasformando. C’è una forte preoccupazione che questa trasformazione possa essere condizionata da fattori endemici di cui non riusciamo ad individuare il destino.

Questo pericolo lo si potrà forse “arginare” iniziando dal vivere in essa partendo dalla sua struttura dinamica di evento e non di oggetto e decidere consapevolmente di sperimentarla come ha scritto Derrida: “La democrazia è l’esperienza politica dell’impossibile, l’esperienza politica dell’apertura all’altro come possibilità dell’impossibile. E ancora: se c’è una responsabilità, questa non è più quella della tradizione che implica intenzionalità, soggettività, volontà, io cosciente, libertà, autonomia, significato, ecc.; si tratta di un’altra responsabilità e di, conseguenza, di una mutazione radicale nella nostra esperienza della responsabilità”.

Sarà proprio su questa possibile forma attiva di “responsabilità del dialogo”, tra la scienze della fisica e quella delle scienze sociali che, Valerio Crugnola e Mario Agostinelli intratterranno i partecipanti nel prossimo appuntamento dell’Osservatorio Felice Cavallotti.

Articolo di Diego Intraina

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