11 Febbraio 2016

La Camera dei Deputati approva mozione sui frontalieri. Ecco cosa prevede il testo

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Questa mattina la Camera dei Deputati ha approvato una mozione sugli oltre sessantamila lavoratori frontalieri riguardante la tutela del lavoratore non solo contro ogni tipo di discriminazione, ma anche per la sanità e le tasse. Inoltre, i deputati hanno votato favorevolmente per avviare un percorso finalizzato alla realizzazione dello “Statuto del frontaliere”, come parte integrante e sostanziale del processo negoziale del futuro accordo tra Italia e Svizzera.

(huffingtonpost.it)

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La Camera dei Deputati approva mozione sui frontalieri: novità sulla Sanità e si lavora ad uno “Statuto”. Buone notizie per tutti i frontalieri dalla Camera dei Deputati. Le problematiche che in questi mesi stanno colpendo oltre 60mila lavoratori sono state affrontate nel dettaglio grazie ad una mozione discussa e votata questa mattina. E’ l’onorevole Maria Chiara Gadda su Facebook ad esprimere la sua soddisfazione: “Con il voto favorevole alla mozione del Pd e della maggioranza – scrive la deputata Pd Gadda -, il Governo fa chiarezza sul tema della revisione degli accordi con la Svizzera che riguardano migliaia di lavoratori frontalieri. Tutte le strumentalizzazioni di questi mesi da parte della Lega, quante parole inutili… e che Maroni risponda a tutti coloro che ingiustamente hanno pagato per accedere alle prestazioni del SSN in provincia di Varese”.

Il quadro della situazione “frontalieri”. Per prima cosa la mozione affronta il quadro complessivo “a seguito delle prese di posizione dei massimi responsabili istituzionali del Canton Ticino, e all’assunzione di specifiche iniziative unilaterali lesive dei principi di libera circolazione delle persone, di libertà della concorrenza e di intrapresa e di uguaglianza di fronte alla legge”. Viene descritta la situazione soprattutto per quanto concerne il Canton Ticino che ha messo in discussione i diritti di numerosi cittadini italiani occupati regolarmente in terra elvetica. Si fa presente, infatti, come in questi ultimi mesi “si è assistito, complice anche la campagna elettorale in territorio elvetico, ad un continuo ed ingiustificato attacco nei loro confronti di natura discriminatoria e xenofoba. in questa direzione si è inserito anche l’avvio dell’elaborazione da parte del Consiglio di Stato del Ticino di una clausola fortemente restrittiva sul reddito dei cittadini italiani occupati in Ticino, mediante una maggiorazione del trattamento fiscale sulla base della nazionalità italiana dei lavoratori, circostanze ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo in palese contrasto con l’accordo sulla libera circolazione delle persone sottoscritto tra Unione europea e Confederazione elvetica”. Il 22 dicembre 2015 l’Italia e la Svizzera hanno sottoscritto un accordo sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri, unitamene ad un protocollo che modifica le relative disposizioni della Convenzione contro le doppie imposizioni , al fine di concretizzare uno dei principali impegni assunti dai due Stati nella “roadmap” firmata nel febbraio 2015 in occasione dei procedimenti connessi con l’approvazione della “voluntary disclosure”. Il nuovo accordo, chiamato a sostituire quello del 1974, allo stato non risulta essere stato ancora firmato da parte di entrambi i governi né tantomeno approvato da parte dei rispettivi Parlamenti, e i governi hanno annunciato che il testo sarà reso disponibile e pubblico al momento della firma.

Cosa prevede la mozione: gli impegni del Governo. Così, ritenendo che l’intera questione relativa allo stato delle relazioni tra Italia e Svizzera debba essere colta dal Governo nella sua globalità e complessità, e che le determinazioni da assumersi in merito non possano essere astratte rispetto al quadro complessivo delle situazioni in campo, ivi compresa la necessaria corrispondenza di risposte ufficiali da parte delle competenti istituzioni elvetiche in termini di positiva cooperazione e di effettiva disponibilità, la mozione impegna il governo:

a richiedere un chiarimento formale alla Confederazione elvetica in merito alle decisioni discriminatorie assunte dal Canton Ticino in contrasto con gli accordi di libera circolazione delle persone;

a subordinare l’entrata in vigore dell’accordo tra Italia e Svizzera in materia fiscale fino alla formulazione, da parte delle competenti autorità federali e cantonali svizzere, di specifiche assicurazioni formali tendenti ad escludere la validità e l’applicazione di qualsivoglia iniziativa discriminatoria e lesiva dell’accordo di libera circolazione delle persone intercorrente tra Unione europea e Confederazione elvetica nei confronti di cittadini italiani occupati o occupabili in Svizzera e di aziende italiane potenzialmente interessate al mercato elvetico, nonché alla rimozione di ogni forma di discriminazione sin qui messa in campo, ivi compresa l’individuazione da parte della Svizzera di una soluzione euro-compatibile di adeguamento della propria legislazione al risultato del voto popolare sull’iniziativa del 9 febbraio 2014;

– a fare in modo che in ogni caso modalità e tempistiche relative all’armonizzazione fiscale tra cittadini italiani frontalieri compresi entro la fascia dei 20 km e gli altri cittadini italiani frontalieri fuori fascia garantiscano adeguata e sostenibile gradualità modulata temporalmente che inizialmente non comportino aggravi per i lavoratori frontalieri entro fascia e facciano parte della legge di ratifica, e in ogni caso di leggi e provvedimenti della Repubblica Italiana;

– ad operare affinchè in tale contesto venga prevista, l’estensione della franchigia per i lavoratori frontalieri prevista dalla legge stabilità 2015 in termini di permanente agevolazione Irpef anche ai lavoratori frontalieri presenti all’interno della fascia di 20 km dal confine italo-elvetico;

ad assumere iniziative per garantire che nella legge di ratifica si provveda ad assicurare ai Comuni di frontiera l’equivalente dell’attuale ristorno delle imposte versate dai lavoratori frontalieri secondo l’accordo del 1974, mediante specifica disposizione che commisuri l’ammontare complessivo e la ripartizione spettante ai Comuni di frontiera alla dinamica del monte salari complessivamente prodotto dal comparto transfrontaliero avendo come montante minimo di partenza il valore complessivo dei ristorni fiscali generato nell’ultimo anno fiscale di vigenza dell’accordo Italia-Svizzera del 1974;

– ad avviare, in conformità a specifiche mozioni già adottate dal Parlamento italiano, il percorso finalizzato alla realizzazione dello «Statuto del frontaliere» come parte integrante e sostanziale del processo negoziale del futuro accordo tra Italia e Svizzera;

– ad assumere iniziative, anche in sede europea, tese a garantire il rispetto delle norme che regolamentano il riconoscimento delle qualifiche professionali in forza dell’accordo tra l’Unione Europea e la Svizzera;

ad adoperarsi per un costante coinvolgimento delle istituzioni locali interessate (Regioni Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano, Province di Sondrio e del Verbano Cusio Ossola, in considerazione anche delle loro nuove competenze in materia di cooperazione frontaliera a seguito della legge 56 del 2014, nonché province di Como, Lecco e Varese) e dalle rappresentanze sindacali dei lavoratori frontalieri;

ad analizzare la legittimità dei provvedimenti legislativi e regolamentar assunti dal Canton Ticino richiamati nelle premesse del presente atto, e di intervenire -qualora siano in contrasto con le Direttive e gli Accordi europei -presso le sedi opportune per far modificare quanto disposto unilateralmente;

ad intervenire sospendendo ogni iniziativa di Stato, Regioni e Province autonome tendenti ad introdurre un’impropria modalità di pagamento da parte di lavoratori italiani occupati in Svizzera e per i titolari di pensione svizzera per il godimento delle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale;

ad assumere iniziative per prevedere che le prestazioni corrisposte ai lavoratori frontalieri dalla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l’invalidità svizzera (LPP), in qualunque forma erogata, ivi comprese le prestazioni erogate dai diversi enti o istituti svizzeri di pre-pensionamento, vengano assoggettate, ai fini delle imposte dirette, a una tassazione forfettaria in analogia alla normativa sulla collaborazione volontaria;

– ad assicurare che nel prosieguo del processo negoziale sia data adeguata attenzione alla specificità del Comune di Campione d’Italia, comprese soluzioni a breve termine sulle questioni doganali;

– a prevedere che l’eventuale extragettito derivante dall’entrata a regime del trattamento fiscale IRPEF dei frontalieri venga destinato a potenziare le infrastrutture nelle zone di confine con la Svizzera, con particolare riguardo alle infrastrutture di trasporto locale, ai collegamenti tra Italia e Svizzera e alla tutela ambientale, mediante la creazione di un apposito “Fondo per le zone di confine italo-elvetiche” presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Per consultare interamente il testo della mozione sui frontalieri approvato questa mattina alla Camera dei Deputati cliccare qui.

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